Guardare il massacro?
Tutto questo non lo avrei ripreso sapendo che i dati della guerra possono sempre essere manomessi dai contendenti, se non fossero stati certificati da decine di reporter e fotoreporter di paesi stranieri. L’odore della morte che ti entra nella pelle e non ti abbandona sembra voglia farti per sempre testimone di una tragedia dell’umanità ai confini con l’Europa, causata da un criminale che ha lanciato il suo disegno, di stampo nazista, di sottomettere paesi indipendenti. Voglio solo ricordare che mentre Hitler invase la Ruhr, poi i Sudeti e Praga e l’Austria senza praticamente sparare um colpo e tra il generale consenso dei popoli sottomessi Putin, nel suo disegno antistorico e frutto di un’ambizione megalomane di riconquistare le repubbliche perdute, ha già seminato di lutti e di morti la Cecenia, la Georgia, il Donbass, l’Ucraina, dopo avere normalizzato col fido Lukashenko la Bielorussia. E non si fermerà qui. Potrà anche sedersi a un tavolo e convenire su una soluzione, che vedo problematica, sull’Ucraina, ma la sua iniziativa imperialistica non si fermerà se non verrà fermato prima. Le repubbliche baltiche non tremano perché sono territori Nato, ma la Moldavia, la Georgia? Bisognerebbe anche finirla con le menzogne giustificative del ras russo. Non c’é un solo paese Nato né al confine con la Russia né nella parte occidentale dell’Europa che abbia installati nel loro territorio missili puntati contro la Russia. Non c’é nessuno di questi paesi, men che, meno Ucraina, Moldavia e Georgia, che abbia intenzione di aggredire la Russia. E’ semmai vero il contrario. La Russia, che ha accentrato su di sé l’arsenale atomico delle repubbliche, già al momento della proclamazione della loro indipendenza, dispone di missili a testata nucleare in grado di distruggere tutte le nazioni Nato collocate ai suoi confini e anche oltre. Dunque noi non possiamo far altro che quel che stiamo facendo? Sanzioni e invio di armi? E riprendere le scene di corpi umani fatti a pezzi e di città sventrate dalla follia omicida del nuovo zar? E sempre corrosi dalla fondata paura che la guerra si possa estendere, che possa arrivare anche da noi che quella famosa campana hemingweiana proprio non vogliamo sentire? Davvero qualcuno può ancora appellarsi all’Onu, un carrozzone bloccato dai veti coi caschi blu che potrebbero ormai sfilare in una sagra di cose antiche e anche arrugginite? Davvero arrivare alla no fly zone, come da tempo richiesto dall’Ucraina, e all’invio di un contingente di terra o della Nato o meglio ancora dall’Assemblea dell’Onu, che può decidere a maggioranza, con compiti di peacekeeping, cioè difensivo e di pace e non offensivo, sia sfidare la soglia del rischio del terzo conflitto atomico? Non sono un esperto di politica militare. E mi affiderei a chi capisce più di me. Ma per sconfiggere Putin serve ben altro e ben di più di quello che abbiamo fatto. E non credo che nessuna pace che possa definirsi tale non passi dalla sconfitta politica e militare del nuovo zar e del suo disegno.
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