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Il dubbio, l’orrore e la prova di Letta

13 Aprile 2022 768 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo
Non basta che cronisti e fotoreporter internazionali documentino con straziante partecipazione le immagini di morte, di tortura, di sopraffazione di uomini, donne e bambini a Bucha e oggi anche a Borodyanka, non bastano i cadaveri ammassati nelle cantine e ai bordi delle strade, non bastano le fosse comuni in cui fuoriescono parti di corpi umani, quelle dita tese come ad indicarci le responsabilità di tanto scempio.

E non basta che ancora non siano emerse le atroci crudeltà commesse a Mariupol, tuttora martoriata. Il cieco settarismo dei no vax-no war é talmente inespugnabile che altro non può che partorire il dubbio e il sospetto. Passi per i russi, che danno la colpa dei massacri ai nazisti ucraini, come se gli ucraini, non si sa in base a quale strano proposito, si impegnassero ad ammazzarsi tra loro. Il negazionismo non ha occhi, non ha cuore, non ha ragione. Appartiene all’epoca degli sciamani, delle superstizioni, delle megere e degli stregoni. Uno di questi é il solito Diego Fusaro che sostiene che “si ripete la stesso schema visto col Covid: non state vedendo la guerra ma quello che vi fanno vedere della guerra”.  E l’ineffabile Orsini insiste che “l’Italia dovrebbe sganciarsi dai paesi Ue e riconoscere le colpe dell’Occidente”. Il Conte ter, o quater non saprei, vede invece l’emergere di “un filo atlantismo di stampo fideistico”” Per Paragone “Zelensky non é un ambasciatore di pace”, mentre per l’ineffabile Freccero “la guerra in Ucraina (l’aveva detto anche del Covid) sembra una fiction”. Emergono anche alla base del Pd critiche sulla posizione tenuta da Letta e dal vertice del partito. Mugugni e rigurgiti anti americani non potevano mancare in un partito dalla doppia identità. Doppia ma generalmente saldata in un campo socialpacifista. Non é un caso che il dossettiano Del Rio si sia astenuto sull’ordine del giorno favorevole all’aumento delle spese militari. Questione che non ha affatto diviso i socialist tedeschi, spagnoli, nordici.  Perché insiste a sinistra questo concetto di pacifismo a prescindere? Cos’è che turba i sonni di molte coscienze? Cos’é questo fattore che distingue la sinistra italiana, una sua parte non trascurabile penso, da quella di altri paesi europei? Ne do un’interpretazione di parte, ma che ritengo non lontana dal vero. Quando Craxi e Schmidt decisero all’unisono di ospitare i cruise e i pershing in Italia e in Germania nel nostro paese ci fu una sollevazione con marce della pace e comizi e revival degli Usa go home. E quando il Psi di Craxi diede il proprio voto favorevole all’intervento militare Onu per liberare il Kuwait il Pds in via di formazione si sollevò compatto e molti di noi, parlamentari, subimmo ingiurie e minacce che non vennero rimandate al mittente quando questo partito con D’Alema premier appoggiò l’iniziativa Nato di bombardare Belgrado. Il caso Sigonella deriva invece dalla vocazione patriottica di Bettino, dalla sua formazione garibaldina, in base alla quale in Italia ci comandano gli italiani.Nasce soprattutto di rimbalzo il socialpacifismo sintesi dell’anti americanismo e del cattointegralismo. Quando non scatta vien meno, pare, l’ubi consistam del partito, democratico in Italia, socialista in Europa, dal passato prevalentemente comunista e col gruppo dirigente prevalentemente post democristiano. E’ una bella prova quella di Letta e compagnia. Problematico dimostrare alle sezioni dell’Anpi e alla Cgil che la resistenza ucraina é come quella italiana, dove peraltro non fu certo marginale l’aiuto degli alleati. E cercare di far comprendere che l’invio delle armi é necessario, proprio come avvenne da noi, per sconfiggere, o quanto meno contenere, il nemico, può ancora scontrarsi con antichi pregiudizi e con una lettura fuorviante dell’articolo 11 della nostra Costituzione. E accettare un minimo aumento, come in tutti i paesi Nato europei (la Francia spende già oggi il 2,3%) del bilancio della difesa può addirittura far venir meno quel patto tra il post comunismo e il catto integralismo che sfocia nel socialpacifismo. Allora Letta sappia che se quel patto saprà far saltare omologando il Pd a tutti i partiti socialisti riformisti europei avrà, per quel che può valere, il nostro apprezzamento. Si tratterebbe di un nuovo Pd sganciato dalla doppia sua radice che pareva inestirpabile. E men che meno dal sereno Enrico.

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