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Un’altra epoca, un altro tono

13 Aprile 2022 682 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Mi ha destato impressione e anche un interrogativo la critica di una mia vecchia amica secondo la quale ho cambiato modo di ragionare. Sarei diventato più aggressivo, intollerante, infastidito alle critiche. E’ vero. Ma é la guerra che mi ha cambiato. Non si può usare il medesimo tono a commentare una crisi di governo e una brutale aggressione a un paese libero e indipendente collocato ai confini dell’Europa. Il massacro di civili non può essere oggetto di un gruppo di studio. L’Europa peccò d’ignavia di fronte alle invasioni di Hitler peraltro incruente. Non voglio anch’io essere condannato in quel primo girone dantesco. Ho alzato la voce e continuerò con tutte le mie forze a condannare un governo che decide di invadere un territorio non suo e gestito in modo democratico e che non poteva costituire minaccia per nessuno. Un paese che vuole entrare in Europa e con giovani generazioni che vogliono vivere come i loro coetanei europei, ingannati da Janukovic, che aveva promesso loro di sottoscrivere il patto economico con l’Ue e che hanno votato un nuovo presidente filo occidentale, oggi é oggetto della più brutale violenza, Mariupol nuova Srebrenica? Il solo motivo per cui forse Putin non andrà all’Aia é che non perderà il potere. All’Aia vanno solo i perdenti. E il solo motivo perché il mondo civile non é sceso in guerra contro queste atrocità é perché la Russia dispone di un potente arsenale atomico. Non perché non sarebbe giusto, ma per paura. Paura legittima e comprensibile e anche condivisibile, ci mancherebbe. Si avverte la fine di un’epoca con questo conflitto che ci riporta indietro di cent’anni. Esaustiva l’intervista di Bill Clinton oggi pubblicata dal Corriere. Già nel 1992 il presidente americano aveva lasciato aperte le due strade: una conversione democratica dell’ex impero sovietico alla cui evoluzione gli Usa avevano riservato stanziamenti cospicui e modi di cooperazione anche in campo militare, oppure un rigurgito di nazionalismo espansionistico e guerrafondaio. In questo secondo caso aveva giudicato quanto mai opportuno che i paesi dell’ex patto di Varsavia potessero liberamente aderire alla Nato, sottolineando il pericolo che oggi correrebbero le repubbliche baltiche e la Polonia se non si fossero premurate dello scudo della Nato. Si può contestare Clinton ma improvvisamente egli non può diventare il nemico di quelli che fino a pochi anni orsono ne facevano un mito. La nuova epoca non sarà multipolare ma bipolare. Tornerà il bipolarismo non ideologico ma economico. L’Europa e l’Occidente, il Giappone, l’Australia avranno bisogno di coesione, di solidarietà, di cooperazione. La Cina sarà il leader del blocco contrapposto con la sua potenza strabiliante e debordante da far divenire la Russia un suo paggio. E con queste due nazioni sarà collegata l’India, ovviamente la Siria, la Libia di parte russa. Se vogliamo reggere la sfida che avrà altre occasioni di conflitto bellico, ad esempio a Taiwan con la Cina che vorrà fare “come in Ucraina”, dobbiamo da un lato costruire subito gli Stati uniti d’Europa anche con lo stato ucraino, e dall’altro chiedere agli Usa uno sforzo di generosità e di solidarietà (altro che America furst di Trump) soprattutto per i paesi danneggiati dal blocco con la Russia degli approvvigionamenti energetici. E partire subito in Italia verso l’autosufficienza, che Chicco Testa prevede possa essere raggiunta in 4-5 anni per gli errori irresponsabili di Emiliano e dei Cinque stelle. Ma soprattutto il blocco occidentale ha bisogno di essere credibile, più credibile, nella difesa dei valori di libertà e di autodeterminazione dei popoli. Non si devono più commettere gli errori compiuti con la seconda guerra dell’Iraq e con la Libia. Penso che questa nuova epoca nella quale stiamo entrando imporrà a tutti noi, europei e occidentali, di diventare migliori per reggere la sfida delle dittature e dele autocrazie. A diventare i soli interpreti della migliore civiltà liberale, ieri attaccata da Sud col terrorismo islamico e oggi da Est con la guerra di Putin. E’ in queste occasioni che le forze espressione di una ricca tradizione di libertà e di equità (penso al secolo socialdemocratico europeo) devono unirsi, compattarsi e presentarsi al mondo col loro aspetto più sano.

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