Referendum: chi strumentalizza Giovanni Falcone?
Lasciamo perdere le sue ragioni, che sono poi quelle stesse che hanno spinto parte della magistratura a promuovere addirittura uno sciopero, peraltro fallito, contro il testo della tenue riforma Cartabia. E lasciamo perdere il mancato paragone con le leggi di tutta Europa che non prevedono alcuna confusione tra il ruolo dell’inquirente e quello del giudizio. Paradossale il suo veto alla presenza dell’altra parte del processo rispetto all’accusa per stabilire un giudizio sula terza parte, quella del giudice. Come se glI avvocati fossero estranei, rispetto al protagonismo dei piemme, nel procedimento giudiziario. E lasciamo anche perdere la sua crociata contro ogni limitazione del carcere preventivo e finanche sulla mancata raccolta delle firme per le candidature al Csm. Quello che mi é risultato inaccettabile é falsificare il consenso di Falcone alla separazione delle carriere e delle funzioni dei magistrati e gridare alla strumentalizzazione del magistrato siciliano massacrato dalla mafia. In un estratto dal libro “La posta in gioco, interventi e proposte per la lotta alla mafia”, di Giovanni Falcone, lo stesso Falcone scrive: “Timidamente, dunque, e tra molte esitazioni e preoccupazioni, comincia a farsi strada faticosamente la consapevolezza che la regolamentazione delle funzioni e della stessa carriera dei magistrati del pubblico ministero non può più essere identica a quella dei magistrati giudicanti, diverse essendo le funzioni e, quindi, le attitudini, l’habitus mentale, le capacità professionali richieste per l’espletamento di compiti così diversi: investigatore a tutti gli effetti il pubblico ministero, arbitro della controversia il giudice. Su questa direttrice bisogna muoversi, accantonando lo spauracchio della dipendenza del pubblico ministero dall’esecutivo e della discrezionalità dell’azione penale, che viene puntualmente sbandierato tutte le volte in cui si parla di differenziazione delle carriere. Disconoscere la specificità delle funzioni requirenti rispetto a quelle giudicanti, nell’antistorico tentativo di continuare a considerare la magistratura unitariamente, equivale paradossalmente a garantire meno la stessa indipendenza e autonomia della magistratura, costituzionalmente garantita sia per gli organi requirenti che per gli organi giudicanti.”. Nessuno vuole strumentalizzare le opinioni di Falcone, ma disturba il fatto che in molti tendano a dimenticarle e a distoglierle. D’altronde la stessa tendenza politica che fa capo a Spataro non é quella che ha perseguitato e offeso, demolito e accusato lo stesso Falcone, impedendogli di acquisire le responsabilità maggiori nella lotta alla mafia (al Pool anti mafia il Csm, sotto la pressione di talune correnti politiche, gli preferì Mele e all’alto Commissariato anti mafia Sica) e financo di presiedere la Procura antimafia preferendogli Agostino Cordova. Chi é che strumentalizza Giovanni Falcone? Coloro che lo hanno difeso quando era in vita o coloro che lo hanno lodato solo da morto?
Leave your response!