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Prodi rompe il campo largo

5 Luglio 2022 296 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo
Romano Prodi dimostra di essere uno dei pochi dotato di buon senso politico. Vede la fine del campo largo dopo la scissione di Di Maio e preannuncia la ricerca di un nuovo campo senza vecchi steccati. Se non ho capito male Prodi benedice la fine dei Cinque stelle e di un’alleanza con loro che peraltro precluderebbe a un’intesa con Azione, Più Europa, Italia viva, e centristi vari, compreso Di Maio.

Sia ben chiaro. La cosa più logica a questo punto sarebbe una riforma proporzionale del sistema politico perché gli schieramenti di centro-sinistra e di centro-destra non stanno più insieme se non col Rosatellum, che é una pistola carica puntata alla loro testa giacché impone a ogni lista presentata sulla quota proporzionale un’appartenenza a una coalizione sul maggioritario. Ma una riforma proporzionale impedirebbe al centro-destra, se mai esiste ancora, di vincere le elezioni e alla Meloni di insediarsi a Palazzo Chigi. La riforma proporzionale implicherebbe dunque una frattura del centro-destra se non si vuol fare la legge elettorale con l’esigua maggioranza che sosteneva il governo giallorosso e che non so neppure se esista ancora.  Per questo si punta soprattutto su settori di Forza Italia. Non é un mistero che Brunetta, Carfagna e Gelmini  siano decisamente schierati col partito, o il patto o l’agenda, come vien definita, di Mario Draghi. Nel cantiere aperto dalla nascita della lista del cocomero (l’alleanza tra Sinistra italiana e Verdi), subito dopo la nascita del nuovo partito, Insieme per l’italia,  di Luigi Di Maio, potrebbero sorgere nuovi edifici sostitutivi di quelli vecchi. La riforma proporzionale é un’opzione che pareva sepolta, ma adesso si presenta come una delle due soluzioni possibili. L’altra é la riconversione riformista e antipopulista del centro-sinistra, aperto a vecchie e nuove sinistre, ma anche ad Azione e soci vari e chiusa ai Cinque stelle. Basterebbe una coalizione del genere per vincere? Ne dubito. Bisognerebbe aprire un fronte nel centro-destra, più che nei partiti, nell’elettorato. E giocare la carta Draghi che anche nel centro-destra potrebbe trovare consensi. Non si tratta di chiedere al presidente del Consiglio di entrare in campo (allargato o riformista che sia). Si tratta di fare una proposta al Paese che anche con questa legge elettorale (col proporzionale sarebbe cosa fatta) potrebbe indurre molti a preferire una soluzione siffatta a quella di un centro-destra a trazione meloniana. Prodi credo che l’abbia capito. Gli altri? Verranno.

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