A proposito della Repubblica presidenziale e di Draghi
Approfondisco il tema della Repubblica presidenziale. Il primo a parlare dell’elezione diretta del presidente della Repubblica fu Craxi nel 1979 (articolo dell’Avanti “Ottava legislatura”). Fu subissato da offese da parte del Pci, perché intendeva cambiare la Costituzione del 1948. D’Alema, presidente della Bicamerale, propose proprio il modello francese. Tutto, e cioè repubblica semipresidenziale e doppio turno elettorale. Adesso il centro-sinistra con Letta torna al dogma “Giù le mani dalla Costituzione”, e questo sarebbe la base dell’accordo con Fratoianni. Una sinistra conservatrice é destinata alla sconfitta. Non vuole giocare la carta Draghi che é l’unica che può sbarrare la porta al governo Meloni. E ancora una volta la stupidità emerge sovrana. Si dice: “A sinistra non si può proporre un tecnico”. E allora beccatevi un politico, ma di destra, Giorgia, e non lamentatevi. Togliatti si alleò col re per combattere il fascismo. Io non penso che il fascismo sia alle porte. Ma é paradossale che coloro che lo pensano facciano gli schizzinosi e non capiscono quale sia la proposta più adeguata per contrapporsi. Questo testimonia il basso livello della nostra classe politica. Se nel 1944 al posto di Togliatti ci fossero stati Orlando e Bettini ho l’impressione che Mussolini avrebbe dormito sonni tranquilli. E che la sua sostituzione sarebbe stata garantita solo dalla presenza degli Alleati.
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