L’energia in Comune
Solo per ricordare. Nel 1962 i socialisti pretesero dal governo Fanfani la nazionalizzazione dell’energia elettrica. Nacque l’Enel che unificò le oltre 1200 aziende private sul territorio e portò la luce nei piccoli paesi e nei borghi di montagna. Fu un’operazione rivoluzionaria. Come furono, per l’epoca, altamente rivoluzionari i provvedimenti riguardanti l’unificazione delle scuole medie secondarie e l’elevazione dell’obbligo scolastico, sempre varati dal governo Fanfani, a cui i socialisti tra il 1960 e il 1963 si limitarono a concedere l’astensione. Oggi Enel é diventata una grande azienda con prevalente capitale azionario sul mercato che dispone di decine di filiali in molti paesi esteri. Forse la sua parziale privatizzazione sarà stata anche necessaria, ma se Enel fosse rimasta pubblica dubito che le bollette degli italiani sarebbero state quelle di oggi. A meno che lo stato si fosse comportato come i consorzi di comuni nei confronti delle multiutilily che nel frattempo sono nate sul territorio, su iniziativa dei comuni, prima attraverso la formazione di società interamente pubbliche e poi gradualmente con società a partecipazione privata, ma detenendo il pubblico la maggioranza delle azioni. Apprendo infatti che Iren, che associa Torino, Genova, Brescia e l’Emilia Romagna occidentale, e altre aziende pubbliche o con l’ente pubblico detentore della maggioranza delle azioni. sono sotto indagine da parte dell’autorità preposta per aver aumentato il costo delle bollette con procedure non conformi a quelle previste dai contratti sottoscritti. Queste aziende stanno producendo extraprofitti che poi si traducono in utili in gran parte distribuiti ai comuni. Secondo la logica del “cui prodest” i comuni sarebbero dunque avvantaggiati dall’aumento del costo delle bollette. Si potrà dire che i maggiori vantaggi economici per i comuni si trasformeranno in maggiori servizi per i cittadini. Ma qual’è l’emergenza per le famiglie e per le imprese che rischiano di chiudere? Un risparmio dei costi subito o la promessa di più servizi in futuro? Ecco quel che i socialisti non avrebbero voluto con la legge del 1962: che l’Enel divenisse un’azienda privata e soprattutto che le aziende a maggioranza pubblica non facessero gli interessi del cittadino.
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