Lo spettacolo del pugno duro
Tutto vero. Ma le navi che stazionano dinnanzi ai nostri porti non sono parole, progetti e lamenti. Sono persone in carne ed ossa che implorano aiuto. Sono esseri umani che hanno sopportato sofferenze atroci e ricatti indicibili dai trafficanti di persone. Sarà vero che talune Ong, non certo tutte, danno appuntamento in mare aperto alle imbarcazioni di migranti per poi poterle tranquillamente trasportare nei porti italiani. E che non trasporterebbero naufraghi, ma ospiti. Ma molte ong rispondono alle regole europee di salvare vite umane. Possiamo prendercela con la Germania o la Norvegia alle cui nazioni sono intestate le bandiere di due imbarcazioni perché non si sono immediatamente rese disponibili al loro parziale smistamento. Ma non possiamo guardare da altre parti. Su quelle navi che sostano davanti ai porti di Catania, la Geo Barents con poco più di 215 naufraghi a bordo mentre 357 sono stati fatti scendere e la Hummanity 1, con soli 35 naufraghi dopo che 144 sono stati fatti discendere a seguito di accurati accertamenti sull’età e le condizioni di salute, ci sta un pezzo di umanità a cui il futuro é stato negato e la speranza é appesa all’attracco ai nostri porti. Tutti i migranti della Ris Above, e sono 86, sono stati fatti sbarcare a Reggio Calabria. Perché i pochi altri ancora rimasti invece no? Sara poi difficile che costoro non partano da territori di guerra, di violenze, di disumane persecuzioni. Non mi pare che siano molti gli stati africani dove regna la quiete e la democrazia. Bisognerebbe sempre rileggersi l’articolo 10 della Costituzione italiana, mai mutato che recita: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”. E’ vero che poi é intervenuta la legge Bossi-Fini ma la condizione del rifugiato con diritto d’asilo resta intatta. L’Italia, ad onta di equivoci, ospita solo 131 mila rifugiati, il 2 per mille dell’intera popolazione, mentre la Svezia con un sesto della popolazione italiana ne conta 186mila e la Germania (80milioni di abitanti) ben 480mila. Dunque nessuna emergenza di rifugiati, anzi un diritto all’asilo che in Italia non é stato assolutamente generoso. Mentre la voce grossa sull’emergenza immigrazione pare anch’essa davvero eccessiva, visto che gli extra comunitari rappresentano l’8,45% della popolazione (tutti i dati sono dell’Alto commissario e del ministero degli Interni). Semmai é preoccupante la gestione del fenomeno migratorio, la difficile integrazione con gli islamici, il fatto che a delinquere siano gli extracomunitari in proporzione di quattro volte superiore alla popolazione italiana. Fatto sta che le discriminazioni introdotte restano insostenibili. Se é dovere dell’Italia salvare vite umane é dovere delle autorità garantire che la salvezza non consista nel trattenere a bordo di una nave per giorni dei naufraghi disperati, ma di prestare loro aiuto. Cos’é questo spettacolo indecoroso di speculare sulla disperazione e il dolore altrui per mostrare un pugno di ferro solo formale. Adesso, c’e da scommettere, discenderanno anche quei pochi rimasti. La narrazione salviniana pretendeva che stessero in mare almeno per un po’. La politica dei respingimenti lo esigeva come quella dei porti chiusi. Non importa il finale. Il tracciato del film era già stato scritto. E lo spettacolo assicurato.
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