Le due novità elettorali
Non le ha sottolineate quasi nessuno. Ma dalle recenti consultazioni elettorali amministrative, parlo ovviamente della loro conclusione, cioè del primo e del secondo turno insieme, emergono due novità. Entrambe a favore della destra e contro la sinistra. La prima é che, contrariamente al passato, più si abbassa l’elettorato passivo e più vince la destra. Finora era accaduto il contrario. La seconda novità é che la destra, contrariamente al passato, vince, anzi fa il pieno, anche al secondo turno. Non era quasi mai avvenuto prima. Dovremmo dunque andare alle ragioni di questa duplice novità. Certamente può avere influito il quadro nazionale, la luna di miele del governo Meloni, e il periodo di faticoso e controverso apprendistato della Schlein. Può essere che lo spostamento al centro della Meloni, meno intransigente della Lega sui temi europei, e più determinata di Forza Italia nel sostegno alla resistenza ucraina, ma soprattutto convertita (per la verità é sempre esistita una destra sociale) a temi quali il taglio del cuneo fiscale e la riduzione delle tasse, abbia influito e così pure può essere che lo spostamento su posizioni più rigide del Pd divenuto pansindacalista e radical sui temi etici, con particolare enfasi sulla maternità surrogata (leggesi utero in affitto), abbia spaventato l’ala riformista e cattolica del suo elettorato. I dati certi, per spiegare al meglio le due novità amministrative, sono però legate ai territori. A Brescia e a Vicenza la sinistra vince, e praticamente solo in questi due comuni, perché si affida a candidature credibili e moderate che hanno potuto godere anche dell’appoggio di Azione e di Iv e non dei Cinquestelle. Il territorio, in controtendenza col più recente passato, però mette in evidenza, negli altri comuni, un nuovo radicamento della destra che ha saputo esprimere una classe dirigente all’altezza. Come si spiegano le vittorie bis dei tre comuni toscani? La destra che aveva amministrato nel quinquennio precedente é stata promossa dall’elettorato, non cosi é accaduto ad Ancona, tradizionalmente comune rosso. Qui sta a mio avviso la spiegazione delle due novità: una nuova classe dirigente di destra nata sul territorio, che prima o non esisteva o era di scarso livello, e all’opposto una classe dirigente del Pd e affini (non parliamo dei Cinque stelle per amor di Patria) profondamente in crisi e spesso litigiosa e rancorosa. Se questa duplice tendenza si rafforzerà, in un contesto nazionale ed europeo favorevole alla destra, anche in regioni tradizionalmente di sinistra, penso alla mia Emilia-Romagna e alla stessa Toscana, potrebbero determinarsi altri cataclismi. Sia nei comuni, sia nelle regioni, e nelle stesse due regioni del Sud governate da due monarchi, oggi spodestati.
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