Tra Conte e Davigo
Cos’é mai questa suggestione che ha ispirato prima le mosse di Enrico Letta e oggi quelle di Elly Schlein? Si basa su un calcolo aritmetico. Per pensare di poter battere la destra alle elezioni politiche, che per Letta erano imminenti, e per la Schlein si svolgeranno con ogni probabilità tra oltre quattro anni, bisogna comporre un’alleanza di tutta l’opposizione. Quella che comunemente si chiama “da Conte a Calenda” e non si capisce perché non si citi mai Matteo Renzi, che viene considerato, ancor più di Calenda, un terzopolista che fa il gioco della destra. Né si cita Fratoianni e la sua Sinistra Italiana, che però Letta preferì a Calenda nell’alleanza di settembre. Poche smagliature e barra diritta dunque. Se però Letta ha avuto la coerenza di scaricare i Cinque stelle che avevano ritirato la fiducia al governo Draghi, perché la Schlein non condiziona l’alleanza coi grillini al consenso agli aiuti militari alla resistenza ucraina che pure dichiara di appoggiare? Vale lo stesso discorso per Sinistra Italiana che addirittura propone l’uscita dell’Italia dalla Nato. Il Pd pensa che la collocazione italiana in un conflitto che sta cambiando il panorama mondiale sia un fatto marginale? E che si possa comporre un programma di governo che dica tutto e il suo contrario proprio sul tema della politica estera? Certo dinnanzi a noi cadranno tra meno di un anno scadenze europee e amministrative di un certo rilievo. E di alleanze politiche non ci sarà bisogno. Tra quattro anni, si spera sarà finita la guerra all’Ucraina e non ci sarà più bisogno di armi. Ma anche se così fosse potrà essere costruita un’alleanza politica tra chi ha appoggiato l’aggredito e chi lo ha confuso, come ha fatto Moni Ovadia, con l’aggressore? E parliamo di uno pseudo leader come Conte, che prima firma i decreti sicurezza di Salvini poi saluta la loro abrogazione come una liberazione, che vota a favore dell’invio delle armi all’Ucraina e poi fa il clamoroso dietrofront, che governa indifferentemente con la destra e con la sinistra, che contesta, su mandato del Fatto quotidiano, che scrive sotto dettatura dell’Anm, le norme contenute nel ddl Nordio. A proposito di queste ultime se apprezziamo le posizioni della Schlein in fatto di diritti delle coppie omosessuali e paventiamo seri pericoli per le decisioni della Procura di Padova in fatto di genitorialità e ci schieriamo volentieri a favore delle manifestazioni che si svolgeranno tra pochi giorni in mezza Italia, siamo nel contempo per difendere i diritti di tutti gli italiani da reati inesistenti, da arresti preventivi troppo facili, dall’uso distorto delle intercettazioni telefoniche e da altro. Da molto altro. Da un potere incontrollato e incostituzionale, perché barattato politicamente dai partiti dei magistrati, che da decenni ricatta e mette sotto scacco gli italiani. O il Pd è solo per la difesa dei diritti dei gay? E non per i diritti di tutti? Strano apparire ad un tempo libertaria e giustizialista a seconda dei temi, cara Elly. D’altronde se costei ricerca ancora convergenze coi Cinque stelle la questione della giustizia pare fatta apposta. Forse nel nome di Davigo a cui s’attaglia perfettamente il vecchio detto: “Chi la fa l’aspetti”. Lo hanno fatto sempre i piemme milanesi ai tempi di Tangentopoli, e cioè di dare in pasto all’opinione pubblica verbali secretati. Anzi il golpe giudiziario si é retto sul rapporto tra magistratura e informazione, con tutte le principali testate giornalistiche alleate alla Procura milanese che quotidianamente lanciava loro i vari dispacci. Cos’ha fatto di nuovo Davigo per essere condannato a oltre un anno, se non di passare i verbali di interrogatorio dell’avvocato Amara sulla cosiddetta Loggia Ungheria a qualche giudice del Csm? Vale anche per lui la solita presunzione d’innocenza. Ma solo per lui non é possibile un’eccezione?
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