L’insostenibile leggerezza… del Psi
Omaggio a Milan Kundera, scrittore praghese defunto ultranovantenne, che nel 1975 decise di riparare in Francia perché aveva conosciuto a sufficienza il comunismo di Husak. L’autore de “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, ma anche di quell’esilarante saggio su “La lentezza”, si addice ai giorni nostri. Giorni in cui la leggerezza politica non é certo merito, ma la lentezza nel cambiare idea forse sì. Il segretario del Psi, partito che Masia dà ormai allo 0,1%, cioè talmente leggero da risultare inesistente, ha preso carta e penna e ha scritto a tutti i partiti di opposizione perché si diano una mossa. E ritrovino la perduta unità. Pochi giorni prima aveva disconosciuto il campo largo, la cornice di partiti a cui poi si é rivolto in termini solidali. Si può cambiare opinione. Ma con lentezza, dunque. Invece il segretario di un partito inesistente, ma con un nome glorioso, lo fa assai speditamente. Prima aveva annunciato la presentazione delle liste del suo partito alle europee, poi ha corretto il suo intento con la proposta di presentare assieme al Pd le liste del socialismo europeo, poi ha partecipato al summit delle liste civiche, infine con un’intervista ha bocciato il campo largo per poi farlo velocissimamente resuscitare con la lettera ai segretari dei partiti che lo compongono. La leggerezza, in questo caso, può anche essere sostenibile. Date le proporzioni della corporatura dell’essere. Dubito però che sfarfalleggiando così l’essere possa aumentare di qualche chilogrammo. Adesso si annunciano in modo tronfio gli stati generali del socialismo. Personalmente avrei preferito un convegno sullo stato del socialismo. E avrei lasciato qualche generale in pensione, sostenibile o insostenibile, in caserma.
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