Gli indifferenti
Non parlo del famoso romanzo di Moravia che mostra la situazione psicologica di una famiglia borghese. Parlo dell’incontro governo-opposizioni (escluso Renzi) sul tema del salario minimo. C’era un sacco di gente. E non bastando la tavolata, alcuni erano seduti dietro la fila degli esponenti del governo. Sembrava che le due parti parlassero lingue diverse senza la presenza di traduttori. C’erano Giorgia, Salvini, Tajani e compagnia. Dall’altra parte perfino Magi e Della Vedova, con Calenda e Richetti, Schlein e Conte fino a Bonelli e Fratoianni. Il campo largo stretto attorno alla proposta del salario minimo a 9 euro. Il governo dice no e in cambio propone tagli al cuneo fiscale, contrattazione e un ricorso al Cnel per una proposta sui salari bassi da mettere in campo in 60 giorni. Finalmente abbiamo capito a cosa serva il Cnel, che si é tentato invano di abolire anche attraverso il referendum costituzionale di Renzi. Dicono che oggi sia presieduto da Renatino Brunetta. Da ministro, ex berlusconiano, a capo di un organismo inutile, un passaggio non indolore. L’incontro, lo si sapeva bene, non ha portato a nulla. Il salario minimo divide maggioranza e minoranza, divide il sindacato, contraria la Cisl, divide gli economisti con Cottarelli favorevole, mentre Ichino lo articolerebbe da regione a regione in modo differente e così pure Tito Boeri e Roberto Perotti, mentre Cazzola e Polillo mettono le mani avanti temendo le sue conseguenze. Renzi lo osteggia non perché Calenda lo propone (sia ben chiaro) ma perché prevede un intervento pubblico. Cioè verrebbe pagato dalla collettività per talune aziende. Un po’ come il 110 per cento regalato agli immobiliaristi e a carico dei più poveri. A proposito di Robin Hood, all’incontrario. Ma tornando all’incontro surreale degli indifferenti. Le due frangie si sono lasciate esattamente com’erano all’inizio dell’incontro. Solo toni diversi nei commenti tra il moderato Calenda e l’estremo Conte. Ognuno ha detto la sua. Anche il bravo Benedetto (Della Vedova). Solo Lupi si é lamentato per non essere stato invitato. Non é al governo e neanche all’opposizione. E pensare che c’era perfino il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. Per ora il Cnel può continuare a dormire sonni tranquilli…
Leave your response!