Ottobre: é tempo di scelte
Abbiamo fondato l’Associazione socialista liberale e rilanciato La Giustizia per non essere solo una tendenza di un partito piccolo chiamato Psi. Abbiamo svolto un convegno a Montegrotto, cittadina termale veneta con guida socialista del nostro Riccardo Mortandello, per decidere cosa proporre. Un congresso, la fondazione di un nuovo partito, la confluenza in un altro? Ci siamo riservati di decidere tutti insieme ad ottobre. Dobbiamo ritesserarci al Psi? Facciamo allora il punto, il più possibile obiettivo della situazione. Sul piano interno dopo le epurazioni post elettorali di una parte cospicua degli esponenti autonomisti (cioè di coloro che non accettano un’opera di gregariato politico del Pd), si sono svolti i cosiddetti Stati generali del socialismo italiano, promossi dall’attuale gruppo dirigente del Psi. Questo evento, al quale non é stato invitato a parlare, o a coordinare i gruppi di lavoro, nessuni di noi, si é trasformato in una ennesima conferenza programmatica. Se gli Stati generali avevano il compito di formare un partito più grande, sono stati un fallimento giacché nessuna organizzazione socialista (circoli, associazioni, giornali, riviste) e nessuna personalità autorevole, nemmeno Valdo Spini, che aveva iniziato a frequentare il gruppo dirigente del Psi, ha aderito al progetto. Si é poi deciso di svolgere la festa dell’Avanti a Bologna, e anche in questa occasione nessun autonomista (cito assieme al sottoscritto solo Riccardo Nencini, Oreste Pastorelli, Enrico Buemi, Giovanni Crema, l’emiliana Rita Cinti Luciani, già vice segretaria del Psi, il segretario della Fgs Enrico Pedrelli, il vice direttore de La Giustizia Massimo Carugno, l’ex vice segretaria del Psi Francesca D’Ambra, la caporedattrice de La Giustizia Rossella Pera, Roberto Sajeva, redattore de La Giustizia, Gabriele Salerno, segretario del Psi piemontese o Aldo Repeti, segretario di quello toscano, e chiedo scusa ai non citati) é stato chiamato a partecipare a un dibattito o a presiederlo e neanche semplicemente ad intervenire per portare un contributo. L’unica soluzione sarebbe un congresso con tesseramento e norme concordate. Ma di questo nemmeno l’ombra. Anzi si continua a contestare il congresso dei socialisti veneti solo perché largamente vinto da Riccardo Mortandello e da Giovanni Crema. Mi chiedo quali spazi di manovra ci siano ancora. Perché se ne esiste uno anche ristretto io sarei per sfruttarlo. Anche a me come a tutti voi quel nome, Psi, suscita ancora una certa emozione. Sul piano esterno, si fa sempre più problematica un’intesa politica col Pd della Schlein sempre più orientata a dipendere dal duo di fuoco Landini-Conte. Se i riformisti di quel partito si trovano in difficoltà a rimanere, i riformisti che non sono nel Pd non possono trovare motivi per aderire. D’altronde il famoso Terzo polo, di ispirazione liberalsocialista, che pure aveva conquistato un buon risultato elettorale lo scorso anno, si é sfasciato per intolleranza dei due principali alleati, che ormai si sottraggono a vicenda i parlamentari in una gara un po’ ridicola in stile quattro cantoni. Il progetto resta valido. E’ l’unico sul quale i socialisti liberali possono convergere. Ma che fatica in Italia fare i riformisti… Di tutto questo dovremo discutere e saper affrontare i problemi per quello che sono: le nostre compatibilità e le nostre incompatibilità, in quel clima amichevole e di passione politica che ci ha contraddistinto. E che qualifica la vita della nostra associazione e del nostro giornale, composti da donne e uomini che intendono essere fedeli a una storia antica e fare del riformismo e del socialismo liberale un orizzonte del futuro.
Leave your response!