Netanyahu e adesso?
Ci sono cose che non capisco. Mai ho messo sullo stesso piano il brutale massacro di Hamas in Israele del 7 ottobre e la reazione israeliana che pure ha provocato diverse migliaia di morti innocenti a Gaza, come auspicato e anche pianificato da Hamas. La seconda é la conseguenza della prima e poi un conto é sparare in faccia a un bambino e un altro é bombardare obiettivi militari colpendo anche troppi civili. Ma la razionalità di un governo la si comprende dagli atti che compie. Se hai oltre duecento ostaggi nelle mani dei terroristi prima ti occupi di loro e poi apri le ostilità. Tanto più se non sai dove costoro possano essere ubicati. Gli Usa e il Qatar si sono mossi subito ma l’accordo é stato tardivo. Qualche giorno senza fuoco dei bombardamenti e scambio di prigionieri. Un israeliano contro circa tre palestinesi. La tregua é durata sette giorni (83 ostaggi israeliani e 240 prigionieri palestinesi sono stati liberati) poi è ritornata la guerra con oltre cento ostaggi (speriamo vivi) ancora detenuti a Gaza. Cosa si può mai dire dell’intera famiglia, compreso un bimbo di 10 mesi israeliano, caduti sotto le bombe? Cosa si può mai dire della lucidità di sconfiggere, anzi annientare come sarebbe giusto, Hamas con la strategia della strage? Da che mondo é mondo un paese che ha ostaggi detenuti da un altro paese, o da un gruppo terroristico che sia, si preoccupa prima della liberazione dei suoi connazionali venendo a patti anche col diavolo. E poi inizia le ostilità. Misterioso il proposito di portarli a casa, come dichiarato da Netanyahu con l’offensiva militare. Israele non può fare tutto da sola, quando la più grande potenza militare del mondo le garantisce solidarietà e sostegno anche militare. E poi distruggere Hamas con le bombe, che é esattamente quel che Hamas vuole, appare problematico. Si potranno distruggere i vertici di Hamas che peraltro, almeno in taluni casi, sono tranquillamente ubicati in altri paesi. Ma una tendenza estremista e anti israeliana la si sconfigge con la politica. Se Israele riuscirà, come nel caso di Monaco 1972, ad uccidere chi ha pianificato l’orrenda carneficina del 7 ottobre avrà tutto il nostro sostegno e ammirazione. Ma non avrà ugualmente sconfitto Hamas o la nuova Hamas o l’organizzazione, e sono più d’una, che intendano distruggere Israele. Questa tendenza si annienta rilanciando il dialogo con l’Olp e iniziando a smantellare gli insediamenti israeliani in Cisgiordania, oppure ponendo anch’essi sotto il comando dell’Olp come i palestinesi che vivono in Israele seguendo le leggi del governo israeliano. Lo scoglio inizierà dopo la conquista di Gaza da parte degli eserciti israeliani. Davvero Israele pensa di riannettersi la striscia? Oppure prevarrà la tesi americana che postula la presenza di una forza multilaterale di pace e poi un governo di Gaza da parte dell’Olp? Saranno queste le prime mosse per verificare la lucidità del governo di Tel Aviv.
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