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Da Larussa alla rissa

28 Gennaio 2024 228 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

I dissidi cominciarono con un vaffa di Berlusconi al Senato in occasione dell’elezione a presidente di Ignazio La Russa. Quel posto, non uno qualsiasi ma la seconda carica dello stato, era occupato da un’esponente di Forza Italia, la Casellati, e in cambio Berlusconi si aspettava un riconoscimento maggiore nell’esecutivo a esponenti del suo partito. La cosa non avvenne e di qui l’irritazione di Berlusconi che poi trascinò fuori i suoi al momento dell’elezione di La Russa. Un primo screzio non marginale tuttavia superato nella quotidianità del governare, nella quale la linea accomodante di Tajani fece da cuscinetto armonizzatore. Poi sono arrivati altri screzi e diffidenze, le ultime riguardano il voto sul Mes e il realismo del ministro Giorgetti, un leghista che assomiglia molto a un democristiano, passando attraverso la gestione del 110 per cento, divenuta graduale per i cantieri in corso, o la guerra in Ucraina con la Meloni intransigente nella difesa della resistenza ucraina attraverso l’invio di armi e una posizione di Forza Italia e Lega tradizionalmente più soft. La rissa però é esplosa adesso e riguarda la spartizione dei candidati a governatore nelle regioni in cui si vota a cui si aggiunge la questione del superamento del blocco al secondo mandato per i governatori. Riepiloghiamo. Si vota in Abruzzo, Piemonte, Basilicata, Sardegna e Umbria e in città importanti come Bari e Firenze. Poiché ogni regione deve fissare la data si prende atto che solo due l’hanno fatto: la Sardegna che voterà il 25 febbraio e l’Abruzzo che voterà il 10 marzo. Le altre elezioni si dovrebbero tenere in coincidenza con le elezioni europee. Attualmente le regioni che devono recarsi al voto sono presiedute, il Piemonte e la Basilicata da esponenti di Forza Italia, l’Umbria e la Sardegna (attraverso un patto con il Partito sardo d’azione) dalla Lega e l’Abruzzo da un esponente di Fratelli d’Italia. A livello di numeri non pare ingiustificata la richiesta, ma volenti o nolenti gli alleati la campagna del sindaco di Cagliari Truzzu di Fdi é già cominciata, di chiedere un riequilibrio. Pare invece insensata a livello politico da parte di una leader che ha sistemato amici e parenti al governo e nelle istituzioni. La Lega chiede in cambio della rinuncia di Solinas, che di rinunciare no. Ha proprio la minima intenzione, il terzo mandato per i governatori, pensando a Zaia, Fontana e Fedriga, ma Fdi e Forza Italia pare non vogliano delegare quasi tutto il Nord a un partito dell’8 per cento. Se Sparta piange Atene non ride. Invece di approfittare della rissa il centro sinistra si divide, anzi si lacera. Innanzitutto in Sardegna dove una parte del Pd sosterrà un candidato dei Cinque stelle e un’altra parte la lista dell’ex governatore Soru. Fa un certo effetto l’autolesionistica divisione lacerante di Firenze dove a correre saranno due assessore con liste contrapposte e con Renzi che vorrebbe le primarie e fa vaticini di sconfitta per il centro-sinistra e per la stessa Schlein. In nessuna regione é annunciata una lista del Psi mentre l’Associazione socialista liberale ha definito il patto elettorale con Azione in Abruzzo. Vedremo il seguito di questa politica frantumata, deformata e ridotta a spartizioni e divisioni dove nessuni parla dei problemi reali e dove De Luca annuncia già una sua lista in Campania. Ci mancava…

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