Da Marx alla Ferragni
Non ho ben capito questa levata di scudi di segno inaspettatamente garantista del Pd, e dei talk show diciamo così collaterali, verso Chiara Ferragni, l’influencer con 30 milioni di follower implicata nel pandoro gate. Garantisti sempre anche con la Ferragni siamo noi anche se per essere garantisti occorre si apra un procedimento giudiziario non ancora formalizzato. Per ora siamo all’iscrizione del casellario degli indagati. Parliamo dell’influencer e di Alessandra Baiocco, proprietaria dell’omonimo pandoro. L’accusa é di aver fatto credere che comprando quel pandoro si faceva beneficienza, mentre l’unica beneficiata era la Ferragni con un compenso strabiliante di un milione di euro, che poi l’influencer ha donato all’Ospedale Regina Margherita di Torino. Una vicenda che non doveva toccare la politica ma il mondo degli affari, il modo in cui talora é gestita la beneficienza, la spropositata ricchezza che si può accumulare svolgendo questo ruolo di sostegno pubblicitario. E invece, siccome la Meloni ha attaccato la Ferragni, accusandola di fare affari fingendo di fare beneficienza (forse anche alla luce delle dichiarazioni del suo compagno a favore della sinistra), il Pd ne ha subito cavalcato la difesa. Anzi, oltre alla campagna sui saluti romani di Acca Larentia, il caso Ferragni é divenuto il secondo motivo di scontro col governo e motivo di vivaci discussioni nei talk show televisivi. Se voi tenete il braccio alzato noi mettiamo tutte e due la braccia a difesa dell’influencer, pare che dicano i vari cervelli della sinistra nostrana. Quella che vuole inviare armi all’Ucraina ma anche no. Perché? Perché non c’è il negoziato. Quale e per cosa non si sa. Quando avevo i calzoni corti i miti della sinistra erano Marx, per alcuni Lenin e per altri Turati, per i più estremisti Mao del quale portavano il ritratto all’occhiello. Da costoro alla Ferragni il passo é troppo lungo. Eppure pare che la difesa a riccio di costei si prefiguri come il salto nel vuoto della modernità. Una dimostrazione di forte cambiamenti post ideologico. Macché Agnelli, macché Berlusconi, macché Della Valle che producono a danno lavoro. Le energie oggi vanno sprecate nella difesa a oltranza di una giovane bellissima e ricchissima che confonde affari e beneficienza. Il passo é lunghissimo. Troppo. E troppi morti si agiteranno nelle tombe. Ma i morti, come Giacomo Matteotti, di cui ricorre il centenario dell’omicidio, non hanno voce. E soprattutto non fanno audience.
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