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Chi infanga Navalny

21 Febbraio 2024 262 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

E’ forse la prima volta, dal delitto Moro, che tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento si siano unitariamente presentate in una manifestazione di protesta. Unitariamente contro Putin dopo la morte del suo più tenace oppositore: Euvgheny Natalny. Possiamo parlare di diverse sensibilità e di toni non identici (penso agli interrogativi che ancora si pone il rappresentante della Lega) ma da Sinistra Italiana a Fratelli d’Italia tutti i gruppi parlamentari erano presenti all’iniziativa sollecitata da Carlo Calenda, sia pur con delegazioni non omogenee. Questa unità non si é verificata a proposito dell’aggressione della Russia all’Ucraina e soprattutto sul tema degli aiuti militari alla resistenza eroica di quel paese. Quel che non si é riusciti a fare, ma si é ugualmente tentato, e lo riprenderemo, con Navalny, si é fatto a proposito della guerra all’Ucraina. In quest’ultimo caso promuovendo l’idea che la rivoluzione di Maidan del 2014 contro il governo filorusso di Victor Janukovic, sfociata poi nelle elezioni democratiche con l’elezione di Poroshenko, sia stata un colpo di stato e per di più di stampo nazista, come il battaglione Azov (poco importa che al nazismo facesse esplicito riferimento la brigata russa Wagner) e che l’orribile strage di Odessa si stata organizzata e voluta dagli ucraini. Ho dimenticato qualcosa? Sì. Le responsabilità ucraine di combattere per mantenere i suoi territori del Donbass, i più ricchi di materie prime di tutta la regione. Ma la chiave interpretativa era un’altra. Dove stavano gli Stati uniti? Dalla parte di Kiev. Conte e Fratoianni non possono stare con Biden (Conte addirittura preferirebbe Trump). La posizione di solidarietà a un paese aggredito con missili, bombe, cannoni e mitragliatrici e che si difende strenuamente, nonostante tutti gli errori che possono essere stati commessi, é stata sposata dal governo italiano e dal Pd e meno male. Un po’ la stessa teoria giustificazionista é stata tentata con Navalny. Quando quest’ultimo fondava un gruppo nazionalista, non condannava la guerra in Cecenia e definiva scarafaggi i terroristi islamici nessuno lo condannò. Da quando é diventato il più pericoloso oppositore di Putin ed é stato avvelenato e oggi che é morto nn certi di morte naturale saltano fuori le posizioni passate. Quando un uomo muore per le sue idee merita sempre rispetto, qualsiasi siano le idee.Se poi queste (Navalny si era opposto sia all’invasione della Crimea sia all’aggressione dell’Ucraina) sono idee di libertà diventa un martire. Non si può paragonare Navalny a Matteotti, mi hanno detto a proposito del titolo del mio precedente editoriale. E perché mai se entrambi sono stati vittime di un dittatore e se entrambi combattevano per la libertà sfidando i rispettivi regime a schiena dritta e con temerarietà?

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