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Quando un popolo vota ha sempre ragione?

24 Marzo 2024 188 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Salvini non si corregge. Per lui il popolo, quando vota, ha sempre ragione. Ma in quali condizioni il popolo russo ha votato? Lo ha fatto dopo che il regime ha assassinato il più tenace degli oppositori, Navalny, dopo che l’apposita commissione, diretta emanazione del Cremlino, ha impedito a Boris Nadezhin di presentarsi candidato perché aveva condannato la guerra in Ucraina, dopo che la violenta repressione del regime aveva incarcerato i dissidenti, e per di più senza controlli sull’esito del voto, dopo aver presentato tre candidati fantoccio, legati a Putin, e ai quali lo stesso Putin, dopo il plebiscito, ha chiesto di collaborare. E queste sarebbero libere elezioni, caro Salvini? Più o meno, ma ancora peggio perché almeno i partiti di opposizione si erano presentati, é quello che accadde cento anni fa in Italia. Si svolsero elezioni con la legge Acerbo, secondo la quale il partito di maggioranza avrebbe conquistato il 60 per cento dei voti, caratterizzate da violenze, e anche da un truce omicidio, quello del candidato del Psi reggiano Antonio Piccinini, eletto post mortem, da sopraffazioni ai seggi, dall’impossibilità dei partiti di opposizione di tenere comizi per non turbare l’ordine pubblico. Tutti episodi denunciati da Giacomo Matteotti alla Camera che chiese l’invalidazione delle consultazioni elettorali e costruì le premesse per il suo martirio. Salvini ritiene che anche quelle elezioni siano state regolari? Può essere che Putin e Mussolini le avrebbero vinte ugualmente, anzi é assai probabile, ma con una informazione che asseconda il regime, con una dura repressione dei dissidenti e col popolo a cui vengono passate notizie false, la vittoria é più semplice. Non sono neanche d’accordo, poi, che il popolo abbia sempre ragione. Pensiamo alle elezioni in Germania del 1932-33 in cui i nazisti conquistarono la maggioranza relativa. E pensiamo più in generale a elezioni in cui chi vince perseguita e mette al bando chi perde. Il popolo in questi casi ha torto. Ha torto marcio. La democrazia non si regge solo sul volere del popolo quale esso sia, ma sul rispetto necessario delle regole democratiche. La prima é che sia una contesa libera, la seconda é che si tuteli chi le perde, la terza é che chi le perde le possa vincere domani. Tutte prerogative che in Russia oggi, in Italia nel 1924 e in Germania nel 1933 sono mancate. Non stupisce che solo Cina, India e Iran, modelli di democrazia, abbiano inviato messaggi di congratulazioni al nuovo zar. Lui ha festeggiato minacciando i paesi vicini e tutto l’Occidente. Il candidato di punta dei socialisti alle europee, Nicolas Schmit, ha rilevato che le dichiarazioni di Salvini “dimostrano che l’estrema destra in Europa é amica di Putin”, mentre la lituana Rasa Juknevicienne, del Ppe, ha parlato di “vergogna”. Poi le prese di posizione della Casa bianca, di Berlino e di Parigi, allineate sulla mancanza di libertà nelle elezioni russe. La Meloni, dopo la presa di distanze dalle dichiarazioni di Salvini del ministro degli Esteri Tajani, ha parlato di governo coeso. Spero con ironia.

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