25 aprile oggi
Da due anni il 25 aprile assume un carattere diverso. Siamo alle prese con un governo di destra, il cui principale partito, nella storia di alcune sue componenti, il Msi ad esempio, non ha mai fatto valere una vera cultura antifascista, anzi per anni alle sua guida si sono succeduti, da Almirante a Rauti, dirigenti che del fascismo erano diretta emanazione. Affermare però, come ha fatto il vetero comunista Canfora, che la Meloni, che del Msi e non del fascismo e poi di Alleanza nazionale, è stata giovane dirigente, che il presidente del Consilgio è neo nazista, non è solo una grave forzatura ma una esplicita provocazione. Da due anni, dunque, si chiede al presidente del Consiglio di prendere le distanze dal fascismo e di definirsi anti fascista. Sul primo punto la richiesta è stata esaudita, sul secondo no. Ma è così importante oggi? E poi la prima richesta non esaudisce anche la seconda? Palmiro Togliatti volle un’amnista per i delitti compiuti durante la guerra civile. Violante volle, nel nome della cosiddetta pacificazione, equiparare i partigiani morti e i caduti della Repubblica di Salò. Anche quest’ultimi degni di rispetto. Non si contano gli storici antiafascisti, in primis De Felice, che del fascismo hanno offerto un’interpretazione storica e non politica. Insomma c’erano tutte le condizioni per arrivare a una visione condivisa della storia patria anche del Novecento riassunta così. 1) Il fascismo è stato un regime autoritario e bellicista e la sua fine è stata la premessa alla nascita della democrazia. Fu un regime violento (celebriamo quest’anno il centenario del martirio di Giacomo Matteotti) e alleato dei nazisti che dai nazisti esportò le odiose leggi anti semite e portò la guerra ai paesi democratici. 2) Non tutti gli antifascisti erano democratici e non tutte le violenze cessarono il 25 aprile e anche queste ultime, perpetrate in regime democratico post bellico, vanno condannate 3) Non c’è nessun pericolo di una svolta autoritaria e men che meno fascista nell’Italia di oggi. Chi agita questo spettro lo fa strumentalmente. 4) Anche il comunismo fu un regime autoritario e dittatoriale e commise crimini e nefandezze, perseguitò e fucilò gli oppositori o presunti tali. Il Pci in Italia è stato il più forte partito comunista d’Occidente, ma la sua propensione politica unita alla collocazione dell’Italia dopo Yalta, ne fecero una forza costituzionale e rispettosa della democrazia parlamentare, pur mantennedo fino al 1981 un solido rapporto con Mosca. 6) Oggi dobbiamo essere chiari ed espliciti su due punti. Di fronte alla guerra all’Ucraina gli autentici antifascisti, memori della resistenza italiana all’invasione tedesca appoggiata dai cosidetti repubblichini, stanno dalla parte degli aggrediti e contro gli aggressori, così come difendono il diritto di Israele alla sua esistenza e sicurezza e quello del popolo palestinese ad avere una patria. Oggi si è verificata un’ignobile aggressione, con spari di petardi e spinte e insulti, da parte di facinorosi filo palestinesi alla Brigata ebraica durante il corteo della Liberazione a Roma. E’ bene ricordare che la Brigata ebraica combattè il nazifascismo e che gli ebrei furono le principali vittime della ferocia nazista nei campi di concentramento. 7) L’antifascismo di oggi impone dunque anche di essere contro tutte le aggressioni e il terrorismo, contro l’autoritarismo, l’autocrazia, la teocrazia, la minaccia all’Occidente liberale. Se no si è antifascisti per finta, a senso unico e a la carte.
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