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Macron e l’esercito europeo

4 Maggio 2024 219 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Il presidente francese Emmanuel Macron scopre le carte. E lo fa col cipiglio del leader europeo. L’unico forse rimasto. Tutti parlano di difesa europea. Tutti vogliono una politica estera comune. Stretti ad Est da un paese imperialista che invade nazioni libere e indipendenti e a Sud dal conflitto arabo-israeliano, con l’Iran, definita da Blinken, “il pericolo più grave del medio oriente”, Macron mette le intenzioni coi piedi per terra. Occorre subito un esercito comune e la Francia entro il 2025 mette a disposizione 5mila soldati. Poi la Francia, che dispone dell’atomica, é disponibile a considerarla arma di deterrenza comune europea. Nel senso che un’eventuale attacco alla Germania sarebbe da valutare anche attacco alla Francia. L’Europa, secondo Macron, può morire. E così il suo modello di democrazia e di sviluppo. Occorre difenderla. Scettici in particolare gli italiani. Il governo Meloni si divide. Salvini si dichiara contrario alla difesa europea, sostenendo che “non un solo soldato italiano deve combattere fuori dai confini dell’Italia” e che l’Europa non deve prepararsi alla guerra ma alla pace. Molto freddo sul sostegno all’Ucraina Salvini dimentica che sono migliaia i militari italiani i giro per il mondo a sostenere governi in missione di pace, che possono divenire, come quella recente sul Mar Rosso, missioni di legittima difesa se attaccati. Dal canto suo il ministro della difesa Guido Crosetto ha commentato: “Avere una Difesa unica europea significa avere un esercito solo, una marina sola, un unico modello di formazione, un unico sistema di reclutamento, per fare tutto questo quanto tempo ci vuole? 20-30 anni”. Quando si vuole essere contrari senza argomenti si ragiona come Crosetto e si parla del “complessivo” senza fermarsi alla “parte”. Infatti Macron parlava non dell’abolizione degli eserciti nazionali, ma di una forza armata europea da dislocare essenzialmente ai confini orientali dove più pericolose sono le influenze e le tentazioni imperialistiche russe. Certo questo presuppone, come da tempo proposto dalla stessa Von der Lehyen, nominare un commissario alla difesa che ancora manca. Le elezioni europee sono alle porte e per battere la destre e i loro sovranismi anti storici occorre una larga coalizione di socialisti, liberali, popolari. La Meloni, contrariamente ai vannacciani leghisti, che sostengono (parole di Salvini) che le forze armate devono servire solamente a respingere gli immigrati clandestini, oltre che a chiudere a chiave le classi degli invalidi, si muove molto prudentemente e continua a sorridere alle Von der Lehyen. L’Italia mormora di Draghi in sua vece. Ma ho l’impressione che Draghi non abbia il sostegno di nessuno scheramento politico europeo e di nessuna nazione. E che serva, oggi, un uomo politico votato alla politica estera e alla difesa europea. Con le posizione a favore dell’Ucraina e con la politica dei due popoli-due stati per quello israeliano e quello palestinese, si costruisce oggi di più che con il Recovery. Se si sentono venti di guerra questi sono i primi che vanno spenti.

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