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E sottolineo se…

29 Maggio 2024 157 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Raisi, il presidente iraniano, incoronato dalla guida suprema della teocrazia Al Kamenei, é morto in quel che pare proprio un incidente aereo. Il suo elicottero, che ospitava anche il ministro degli Esteri, si é schiantato sulle montagne dell’Azerbaigian orientale di ritorno da una visita in quel paese. Nel contempo il tribunale dell’Aja, non riconosciuto dagli Usa e da Israele, ha condannato ad un tempo per crimini di guerra Netanyahu e i capi di Hamas, mettendo i due sullo stesso piano e facendo diversi autogol. Ha rinsaldato i legami tra il presidente israeliano e i suoi oppositori, come il centrista Ganzt che intendeva passare all’opposizione, ha costretto Biden ad inviare un messaggio di solidarietà al governo israeliano dopo averlo duramente criticato per l’operazione su Gaza e averlo minacciato per il proposito di attaccare RafahAnche la Gran Bretagna e la stessa Italia hanno condannato un atto che mette sullo stesso piano un paese democratico e un gruppo di terroristi. Effetto esattamente contrario a quello voluto e a quello che sarebbe necessario. Ovvero procedere veramente al cessate il fuoco (che non significa cessare la caccia ai responsabili del barbaro massacro del 7 ottobre) e liberare gli ostaggi, purtroppo quelli rimasti in vita. E avviare poi un dialogo tra Israele e Olp per ridisegnare gli accordi di Oslo. Dico ridisegnare perché la Cisgiordania non può rimanere in questa situazione, cogli insediamenti israeliani rinsaldati e tre tipi di governo. Come l’operazione Gaza sarà pure un massacro ma non un genocidio (estinzione di una razza, quella decretata e praticata dai nazisti contro il popolo ebraico) così Israele, al contrario di Hamas, non può essere definita stato terroristico. Come invece é la teocrazia iraniana, terrorista com’era Raisi, detto il macellaio, responsabile dell’eccidio di 30mila prigionieri politici nel 1988 e dell’omicidio delle ragazze che protestavano in piazza per Masha Amini, ammazzata in carcere perché non portava correttamente il velo e per altri casi di una ferocia inaudita (la quattordicenne stuprata e uccisa a scuola perché il velo non lo portava). Il popolo iraniano, soprattutto le giovani generazioni, non sopportano più di vivere in questo regime immondo dal sapore barbarico medievale, ispirato a una religione interpretata come liceità di persecuzione, di tortura e di morte. Troppi telegrammi sono arrivati in Iran, protestano gli oppositori, per la morte di Raisi. Passi quello dell’alleato Putin, che ha definito Raisi “un uomo straordinario”, ma esagerati quelli dei paesi occidentali. Adesso ocorre una svolta. Se un nuovo governo dialogante sorgesse in Israele e se tra i palestinesi prevalesse la tendenza dell’Olp che tenta di governare la Cisgiordania e riconosce il diritto all’esistenza di Israele e se in Iran prevalesse l’ala moderata e sia pur gradualmente liberalizzatrice (ma dovrebbe sia pur faticosamente superare gli schemi teocratici) e se il governo iraniano non finanziasse più il terrorismo di Hamas, allora si potrebbe creare una situazione nuova, anche se il tribunale dell’Aja non ha mai condannato il regime iraniano e anzi, nel disastrato Onu, la commissione Diritti civili é affidata proprio all’Iran. Paradosso, no? Se, se. Ma come diceva la canzone, e sottolineo se…

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