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Barbarie e complicità

27 Giugno 2024 68 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Un incidente sul lavoro? Ne capitano di mortali tutti i giorni. Purtroppo. E tutti i giorni si grida alla mancata sicurezza e agli insufficienti controlli. La morte atroce di Satnam Sight, il giovane africano, immigrato, sottoposto a caporalato e sottopagato come i suoi compagni di lavoro nell’azienda dell’Agro Pontino di Antonello Lovato, figlio di Renzo che, come se nulla fosse, ha accusato il giovane della sua fine per leggerezza, era ad un tempo prevedibile e particolarmente atroce. L’arto staccato da una moto falciatrice, incartato in una scatola e depositato col corpo in fin di vita dinnanzi a una baracca, fanno di questo incidente un omicidio atroce. Ma il trattamento subito da questi lavoratori irregolari nelle campagne, particolarmente del centro sud, era noto e già segnalato da tempo. L’Agrilovato era già stata indagata nel 2019. I lavoratori percepivano meno di 200 euro al mese per lavorare molte ore al giorno in condizioni sanitarie inadeguate e senza alcun diritto. Questa è schiavitù che in Italia è negata non solo dalla Costituzione, ma a partire dai primi del secolo passato quando i socialisti pretesero l’abolizione del lavoro minorile e poi le otto ore. Quello che è accaduto lo si sapeva, lo si vedeva (anche grazie a denunce di trasmissioni televisive). Si conoscevano i volti scavati di questi lavoratori stremati dalla fatica, i loro occhi spenti, il camion che li caricava come se fossero bestie, le lamiere che circondavano le loro infauste abitazioni. E cosa si è fatto? Ben 14 aziende dell’Agro Pontino sono state sottoposte a procedimenti giudiziari che si sono conclusi senza un nulla di fatto. E i controlli? Mica bisogna essere particolarmente acuti. Basta avere occhi per vedere. Cosa hanno concluso questi disattenti controllori? E il sindacato cosa ha fatto? Qualche manifestazione. E poi? E gli uffici preposti del ministero? E i sindaci di quei comuni? E i prefetti? Nessuno si sente in colpa? Nessuno si sente complice? E’ possibile che in Italia lavorino in nero ben 3 milioni di persone e che 200mila siano gli schiavi nelle campagne del Sud? Non solo a Latina, ma in Puglia, in Campania, in Calabria. Ora è evidente che un lavoratore immigrato irregolare possa regolarizzare la propria posizione con un contratto di lavoro. Lo sfruttamento e la schiavitù portano vantaggi solo a chi vuol sentirsi padrone non solo del lavoro, ma della vita degli immigrati. L’Italia ha sacche di medioevo che devono sparire con la punizione dei responsabili, con la regolarizzazione del lavoro da imporre pena la chiusura dell’attività produttiva. Basta piagnistei. Nel 2024 pare assurdo dover lottare in Italia contro la schiavitù. Ma è così. Mattarella ha opportunamente richiamato tutti. L’omicidio di Satnam non sia vano. Non si torni tutti al lavoro come se niente fosse avvenuto. Questa crudele morte sia un’onta per l’Italia, una ferita da sanare solo rimuovendone le cause, un imperativo “never more”. Che sia tale però. Non si debba vedere mai più il corpo di un immigrato scaricato in quel modo come se fosse un sacco di spazzatura. Non si debba vedere mai più la tragedia degli schiavi neri come nella peggiore Aparteid sudafricana o nell’Ottocento degli stati americani del Sud. L’Italia si ribelli a chi la rende incivile.

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