E Macron ottenne la svolta, fin troppo
Se consideriamo che dopo le elezioni europee Marine Le Pen era ad un passo dalla maggioranza assoluta in Francia, il suo partito il primo e Macron terzo e sconfitto, allora si può ben dire che l’azzardo del presidente francese é pienamente riuscito. Bardella non sarà presidente del Consiglio e Macron non sarà costretto a una complicata coabitazione politica. Le Rassemblement nationale ha perso. Sarà stata la paura dei francesi di affidarsi a un governo in rotta con l’Europa e, almeno sull’Ucraina, con l’Occidente, sarà per l’accordo tra Ensemble e il Nouveau fronti populaire nei collegi ma la destra francese non solo non ha affatto sfiorato la maggioranza assoluta ma può perfino finire in minoranza se il partito di Macron e tutto, ma pare più probabile buona parte, del Front populaire troveranno un accordo. Ma cominciamo dall’affluenza. Il 66,7% al secondo turno é un record per la Francia superiore anche a quello del 1981. La destra non può nemmeno recriminare sulla bassa affluenza. Prima lista, é quella di sinistra, del Front populaire, che ha conquistato, sovvertendo tutti i pronostici, 180 deputati, Ensemble (Macron) ne ha ottenuti 168 e il Rassemblementi (Le Pen) solo 143, mentre les repubblicains (golllisti) 45. Il centro-sinistra dunque appare l’unica formula possibile, ma si frappone come un macigno la questione Melenchon. La sua France insoumise é il primo dei partiti del front. Accetterà di svolgere un ruolo marginale, tipo l’appoggio esterno? Facciamo due precisazioni Quel fronte popolare che in Italia richiama la drammatica sconfitta della sinistra e in essa in particolare dei socialisti, in Francia richiama l’opposto e cioè la vittoria della gauche del 1936 e la formazione di un governo col socialista Leon Blum alla sua guida. Il governo Blum durò solo due anni a causa dei conflitti sulla politica economica e soprattutto su quella internazionale tra socialisti e comunisti. Seconda precisazione. Nei quattro punti fondamentali sottoscritti da tutti i partiti del Front, compreso Melenchon, oltre al salario minimo a 1600 euro e l’abolizione della legge Macron che aumentava da 62 a 64 anni l’età pensionabile e la transizione verde, il quarto punto approva il sostegno politico e anche militare alla resistenza ucraina, definisce terrorista il gruppo di Hamas (cosa che Melenchon si era rifiutato di fare) e sostiene il riconoscimento dello stato di Palestina. L’appoggio in armi all’Ucraina, tuttora, é invece contestato da Sinistra italiana-Verdi e dai Cinque stelle. Melenchon più filo occidentale di loro? Per ora sì. Ad ogni modo il leader di Place pubblique, molto vicino ai socialisti, o socialista anch’esso (eletto parlamentare europeo nelle liste del Psf) Raphael Glucksmann, figlio del filosofo Andrè, pare abbia in mano le chiavi della complicata soluzione politica. E’un giovane riformista accreditato da Macron che potrebbe scegliere di offrire a Melenchon una posizione più defilata rispetto al governo oppue rompere con lui. Place pubblique era nata per unire la sinistra esclusi i comunisti e France insoumise Vedremo cosa ci riserverà la sorprendente Francia che in pochi giorni ha svoltato a destra e poi a sinistra. Forse anche troppo.
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