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Parigi e la vergogna di Roma

28 Luglio 2024 151 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Un profondo senso di vergogna mi ha preso assistendo alla meravigliosa apertura dei giochi Olimpici sulle Senna. Dovevano essere a Roma. Anzi potevamo già chiederli prima di Tokio (Roma 1960, Tokio 1964). Ma cosa é diventata l’Italia, cosa é diventata Roma? Siamo stati solo noi, nonostante gli sforzi di Malagò, presidente del Coni, a voltar le spalle a un’Olimpiade. Non mi risulta che sia mai successo. Decisivo il niet della giunta Raggi. Ho pensato che i Cinque stelle siano davvero coerenti. Via l’Ilva, no alla Gronda a Genova, no alla Tav, no all’Alta velocità, no al Ponte, no dunque anche alle Olimpiadi. Animati da una cultura tardo medievale e anti moderna non possono organizzare un evento che avrebbe permesso a Roma di investire in infrastrutture e di trovarsi in cima al mondo. Il Tevere al posto della Senna e la più bella città del mondo in mondovisione, che nel 1960 non esisteva. Roma magnifica ad esaltare l’Italia. Vergogna, profonda vergogna per questo no che mostra Roma e l’Italia al pari della Columbia dei narcotrafficanti di Pablo Escobar che rifiutò di organizzare i mondiali del 1986. Ho sempre amato la Francia, la patria dell’illuminismo, della rivoluzione, della resistenza al nazismo, di De Gaulle e Mitterand, la Francia che ha orgoglio di se stessa. E mi sono commosso ad ascoltare il canto di Celine Dion dalla Torre Eiffel. Tra il cielo e la terra. Tra passato e avvenire. Tra la Piaf e il sogno. Pensavo al canto (magari registrato) di Mina che risuonava dal Colosseo e ho provato assieme nostalgia e rabbia. Ma com’é ridotta una città che ha paura di se stessa, che rifiuta gli eventi per il timore di speculazioni, che rimette le lancette all’indietro in un mondo velocemente rivolto al futuro? Com’é ridotta una città che mette i bastoni a una società che vuol costruire un suo stadio da vent’anni? L’Italia, adesso anche all’opposizione in Europa, si é trasformata in Italietta. Noi socialisti del nuovo corso abbiamo cercato di rilanciare, anche riscoprendo il mito di Garibaldi, il nostro Paese in una grande nazione, quella che organizzò, finanziando anche gli altri sport, i mondiali di calcio del 1990. Furono commessi errori nella costruzione o ristrutturazione degli stadi. Questo col senno di poi. Ma l’Italia, e Roma in particolare, presentò al mondo intero i suoi fasti, le sue meraviglie, la sua storia. Sembra passato un secolo. Sono trascorsi poco più di trent’anni. Gli anni della vergogna.

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