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Il governo dei cognati?

24 Agosto 2024 160 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Una delle efficaci battute del velenoso fiorentino si inquadra in un attacco al governo di due deputate di Italia viva, Maria Elena Boschi e Raffaella Paita, ultra renziane, che hanno depositato un’interpellanza suscitando sospetti a proposito di un ruolo determinante esercitato dalla sorella di Giorgia Meloni, Arianna, sulle nome Rai e non solo. Sallusti ha poi annunciato che sarebbe pronto, per Arianna, moglie del ministro Lollobrigida, cognato di Giorgia, un avviso di garanzia ipotizzando dunque un rapporto diretto tra Renzi e la magistratura. Devo dire che Renzi avrà cambiato politica più volte, oscillando tra governo giallorosso e la sua crisi, tra l’appoggio a Conte e la sua rimozione in favore di Draghi, tra terzopolismo e promessa di adesione all’unione del centro-sinistra senza veti, ma che possa essere stato trasformato da vittima (lui, suo padre, sua madre, i suoi amici) in carnefice su ordine della magistratura, non ci credo. Piuttosto questo attacco avviene durante il percorso di riavvicinamento di Renzi al Pd e potrebbe essere anche inteso come la prova del sangue della sua attendibilità. D’altronde già si erano levate, a proposito, i primi altolà. Hanno ovviamente chiuso la porta i grillini e anche Sinistra Italiana e ha avuto buon gioco Carlo Calenda a rilevare che proprio sulla giustizia e sulla politica estera le posizioni del fu Terzo polo erano e dovrebbero restare molto distanti da quelle di Conte e di Fratoianni. Renzi non è uomo da programmi. E’ uomo d’azione. Avverte un brivido e parte lancia in resta. Dovrei paragonarlo a taluni esponenti della prima Repubblica che mangiavano pane e politica. Una politica per dirlo alla Formica che era “sangue e merda”. Costoro però raramente cadevano in contraddizione. Restavano fermi su taluni principi di fondo. Anche sorretti dall’appartenenza a filoni ideali che parevano eterni. Escludo che Renzi sia in combutta con la magistratura, non penso nemmeno che il suo affondo al governo dei cognati sia un passaporto per essere messo a tavola con Conte e Fratoianni, anche se questo peserà politicamente. Non ho invece assoluta certezza che Matteo si mantenga fedele a talune idee di fondo (vedasi la separazione delle carriere dei magistrati e il sorteggio per l’elezione del Csm, nonché l’appoggio anche militare alla resistenza ucraina) e non le consideri carta da scrivere e poi da gettare nel cestino.

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