Trecentomila buoni motivi
E’ scontro totale Grillo-Conte nei Cinque stelle. La cosa che non sapevo l’ha rivelata Gigetto Di Maio, praticamente scomparso anche dai radar del Golfo Persico ove l’Unione europea lo ha designato come rappresentante speciale. Di Maio sostiene che Grillo non userà il suo potere di garante. E osserva: “Sembra che abbia smarrito il suo coraggio. E forse le ragioni sono 300mila… In pochi mesi Conte gli porterà via anche l’argenteria. E poi gli cancellerà il contratto di consulenza. Triste direi». Ora, che un leader politico sia pagato così considerevolmente per il suo ruolo non era mai successo. I leader politici potevano candidarsi, al contrario di Grillo, alle elezioni e venire eletti. In caso contrario i partiti li pagavano come funzionari politici. Trecentomila euro, circa 600 milioni, non li aveva visti nessuno di loro. Ma c’é una seconda doverosa considerazione. Il partito che ha dimezzato i vitalizi parlamentari (parliamo di trattamenti previdenziali già erogati) con un provvedimento incostituzionale, paga, anche coi soldi degli stipendi dei parlamentari, erogati dallo stato, un individuo, peraltro dal già alto livello di vita, ben 300mila euro, cioè 25mila euro al mese, il doppio di un parlamentare e sei-sette volte più dei vitalizi che i suoi hanno voluto tagliare. Mi vien voglia di dire: vergogna. E invece sono contento che una volta di più si scoperchi l’ipocrisia di un movimento che aveva davvero abolito la povertà. Ma in casa sua…
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