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Rizzo e il cuore dei comunisti

11 Ottobre 2024 127 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Ne ho conosciuti molti come Rizzo, comunista e ora sovranista, e il passo non dovrebbe essere così lungo come potrebbe sembrare, atteggiarsi a machi, più o meno come Bossi. E parlare in pubblico di gnocca, in spregio a coloro che preferiscono gli gnocchi. E portare le moglie alle feste dell’Unità per piegare i cappelletti (“ottseinziquantesett in nà sira”, mi gridava orgogliosa la simpaticissima senatrice Malaguti di Carpi). E abitare in villette di periferia con cane lupo davanti, in base al sacrilegio del principio di proprietà. Non erano tutti, sia ben chiaro, perché i comunisti emiliani sono stati all’avanguardia sui temi dei servizi, della psichiatria, della musica. Ma che esistesse una certa discrasia tra vertice e base sui comportamenti (e forse anche tra vertice e vertice) era ben visibile. Basti pensare a come venne vissuto qui da noi il legame sentimentale tra il migliore (Palmiro Togliatti) e Nilde Iotti, che fu costretta a presentarsi in altro collegio perché “i comunisti reggiani” confessò un dirigente inviato all’uopo a un imbarazzante colloquio con Palmiro Togliatti, “non vedevano bene questa relazione”. Anche i socialisti in epoca frontista imitavano i comunisti e s’impicciavano delle relazioni private. Mi hanno raccontato di una delegazione inviata ad un dirigente per renderlo edotto che sua moglie lo tradiva. Erano però scene da anni cinquanta o sessanta. Oggi é tutto diverso. O no? Davvero la sinistra si é depurata nell’intimo di tutte le scorie maschiliste? Davvero i cappelletti alle feste li fanno gli uomini e in cucina di casa si alternano marito e moglie? Davvero é scomparso il ruolo di capo famiglia come in una legge di quarant’anni fa? Davvero al grido “A me piace la gnocca” di Rizzo nessuno, anche nell’intimo, anche a sinistra, é rimasto indifferente? O come nel caso del razzismo (“Io non sono razzista, però… e giù una serie di discriminazioni, di preclusioni, di muri) anche nel caso del maschilismo (“Io sono per l’assoluta parità ma quella norma nelle liste che prevede la preferenza alternata tra uomo e donna é una cazzata” e poi discriminazioni tra donne belle e brutte, tra donne che stanno bene sui social, tra donne da portare in Parlamento solo perché mogli o figlie) si dice una cosa e se ne pensa un’altra. Il mondo alla rovescia di Vannacci ha fatto presa. Raddrizzarlo con l’aiuto di Rizzo, il mondo voglio dire, diventa davvero molto complicato.

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