Due a zero
In Emilia-Romagna, per le elezioni regionali, ha votato solo il 46% degli aventi diritto. In una regione caratterizzata da partecipazione e sensibilità politica, in una regione nella quale si recò al voto per le politiche del 1976 oltre il 96% degli elettori, la maggioranza si é voltata dall’altra parte manifestando assoluta indifferenza per l’esito elettorale. Solo poco più alta, ma sempre inferiore al 50% é stata la percentuale dell’Umbria, ove la sindaca di Assisi Proietti, smentendo i sondaggi e le proiezioni, ha battuto di sei punti l’attuale governatrice Tesei, e del centro-destra. In Emilia-Romagna, dove nel 2020 aveva votato oltre il 67% si é verificato un crollo. Resta quindi il risultato scontato della vittoria del centro-sinistra e del suo candidato De Pascale, già sindaco di Ravenna con una percentuale che varia, secondo le proiezioni, dal 53 al 57%, mentre la candidata del centro-destra, la Ugolini, avrebbe conquistato una percentuale che oscilla dal 39 al 43%. Ho sempre pensato, con l’unica eccezione di Guazzaloca, che vinse a sorpresa a Bologna nel 1999, che qualsiasi candidato del centro-sinistra avrebbe vinto in Emilia contro qualsiasi candidato del centro-destra, anche se De Pascale mi sembra una brava persona e dicono sia stato un sindaco molto efficiente. Resta però prevalente il dato sull’astensione che é sempre più marcata in Italia in ogni competizione elettorale. E due parole sulla tenuta della democrazia e sulla credibilità della politica le vogliamo spendere? Se a votare non si reca la metà degli elettori, contrariamente a quanto accade negli altri paesi europei, e se l’Italia, dalle europee alle politiche e alle regionalo, l’Italia che deteneva il record europeo dei votanti, si colloca all’ultimo posto, qualche ragione ci sarà. Si parla di election day e sarebbe un bene. Ma, scavando un po’ più in profondità, non é che l’elettorato abbia decisamente bocciato questo sistema politico ed elettorale costituto da liste di partito senza radici e da un proliferare di liste civiche e personali. Un effluvio di movimenti e di candidature che sconcertano e confondono l’elettore. Parliamone. In attesa di dati ulteriori.
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