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Un nuovo partito riformista?

16 Dicembre 2024 49 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Nessuno più del sottoscritto averte il bisogno di un nuovo partito riformista, di stampo liberalsocialista. L’erede della storia del Psi, della migliore sua storia, quella appunto riformista e liberale. La sola che non sia stata radice di fallimenti e di tragedie e che ha reso possibile l’attualità del socialismo. Un erede che ad un tempo assorba la storia e il pensiero liberaldemocratico e cattolico popolare, come scrive bene il documento di Firenze. In politica ci vuole però un’acuta analisi della realtà e la scansione dei tempi delle azioni da intraprendere. L’unico partito che non solo si mantiene fuori dal bipolarismo bastardo, dopo che Renzi ha abbracciato non solo politicamente la Schlein, e che ha in mente tale Costituente é il partito di Azione. Tale forza politica dovrà affrontare un delicato congresso di scontro tra due mozioni e due candidati segretari: Calenda e la Pastorella. Tra i sostenitori di quest’ultima anche Mario Raffaelli, socialista di lungo corso, e nostro privilegiato interlocutore. Raffaelli sostiene che lo scontro vero sarebbe tra il partito padronale e il partito aperto. Non penso che noi dobbiamo mettere il nostro naso in casa altrui. E dunque dovremmo aspettare il congresso, il suo vincitore, la sua proposta politica. Certo se pensiamo alla Costituente dovremo pur ritenere Azione l’interlocutore privilegiato. Non il solo interlocutore però. Il documento di Firenze della nostra associazione sostiene: “Già a partire dai prossimi appuntamenti elettorali sarà possibile presentare una proposta politica comune, con l’obiettivo di dar vita, entro le prossime elezioni politiche, a un nuovo partito che rappresenti un riferimento per gli anni a venire”. Se l’appuntamento é per quella data avremo tutto il tempo (a meno che la Meloni non sia presa dalla fregola di anticipare il voto) di irrobustire una costituente con nuovi innesti (il nuovo partito liberaldemocratico di Marattin, le associazioni e i partiti di un’area anti bipolare, o bipopulista come l’ha giustamente definita Calenda, i giornali, le personalità del mondo della cultura e della politica). Insomma un mondo che o ha votato dividendosi o non ha espresso il voto. Un mondo che faccia del principio di giustizia il valore fondamentale, giustizia dei cittadini, perché la sinistra liberale non é quella che difende la casta e l’impunibilità del partito dei magistrati come fa oggi il Pd della Schlein (clamorosa l’astensione in Parlamento di questo partito a una legge che istituisce la giornata per i perseguitati dalla giustizia, patrocinata da Gaia Tortora) e perché chi aggredisce un paese libero e autonomo, vedi Putin, non possa avere sostegno da parte di un paese libero (flirtano con l’aggressore settori di destra e di estrema sinistra) e perché il tema dell’immigrazione non sia affrontato con boutades pubblicitarie come il ricovero albanese, ritrovato della Meloni, ma con serietà e lungimiranza. Ma anche giustizia sociale, perché il tema del lavoro per i giovani é da inserire al primo posto, con garanzie che il jobs act aveva previsto e solo in parte realizzato, con un reddito minimo (altro che firmare un contratto per i vigilantes a 4-5 euro l’ora e poi accorgersi come fa Landini che quello che ha firmato é un accordo incostituzionale), con riforme del Welfare che irrobustiscano i servizi. Quello che ci divide da questa destra e ci distingue da questa sinistra non é poco. E’ sostanza dell’azione politica. Sono gli ideali di giustizia e libertà coniugati con l’Italia e il mondo, in preda a tormenti, a tragedie e insopportabili violenze, a tentazioni e pratiche anti liberali. Spero che la Costituente e la possibile e augurabile nascita di un nuovo soggetto politico prima delle prossime consultazioni nazionali possano riempire un vuoto che c’é, e non é di poco conto. Sul piano dell’identità, della collocazione, del programma e dell’idea di futuro.

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