Il caso R e il caso Pd
Dunque Matteo Renzi, assieme ad altri imputati tra i quali Luca Lotti, Maria Elena Boschi e Marco Carrai, è stato prosciolto e non andrà neppure a processo per il caso Open, la società che, per i magistrati fiorentini Turco e Nastasi, serviva per finanziare la loro corrente nel Pd. Il precedente è la piena assoluzione dal caso Consip del padre di Matteo, Tiziano, unitamente a Luca Lotti. Quando si parla di proscioglimento e di assoluzione si dovrebbe mettere fine a qualsiasi dubbio. Ma sono trascorsi anni da quando Renzi é stato oggetto di questa inchiesta basata sul nulla, tanto che il gup di Firenze Sara Farini lo ha prosciolto, assieme a tutti gli altri imputati, perché le prove portate non sono neppure sufficienti a istruire un processo. E si tratta di intercettazioni illegali che, essendo Renzi parlamentare, non potevano essere registrate in mancanza dell’autorizzazione del Parlamento. Si tratta di un reato grave commesso dai due piemme fiorentini così come dai giudici che avevano effettuato le intercettazioni al senatore Stefano Esposito, anch’egli poi assolto dopo sette tormentati anni. Anni di gogna giudiziaria, anni di isolamento politico per Esposito che dichiara di non aver mai sentito vicino e solidale il suo partito, il Pd. E che dire di Matteo, per il quale l’inchiesta fiorentina e quella del caso Consip hanno segnato una certa decadenza dal livello di protagonismo al quale era arrivato? Noi socialisti conosciamo bene l’entrata a gamba tesa dei magistrati sulla politica. Sappiamo bene che basta aprire un’inchiesta su un uomo politico e trascinarla per cinque, sette, dieci anni, e quell’uomo politico é finito. Poco conta che poi il 95% dei parlamentari del Psi (l’ho scritto in un libro dal titolo “L’impronta” che tutti li censisce) sia poi stato assolto. Chi ha ripagato loro i danni morali, politici, psicologici, familiari subiti? Purtroppo la responsabilità civile dei magistrati si riserva solo alla magistratura giudicante e non a quella inquirente (volevano impostarlo su questi ultimi, come mi confidò Federico Mancini, il referendum del 1987, ma non poterono per un intervento della Corte costituzionale). Ancora una volta il Pd tace. Non spezza una lancia in favore degli innocenti, dei perseguitati. E non parliamo di Conte e di Travaglio che sono la punta di diamante del partito delle toghe. Renzi accusa la Meloni e Conte di essersi esposti nella battaglia contro di lui. Si aspetta una telefonata di scuse. Dubita che arriverà. Non parla della Schlein. Forse una telefonata gli sarà arrivata. In caso contrario, visto la posizione del leader di Italia viva favorevole alla separazione delle carriere dei magistrati, mentre la segretaria del Pd reputa questa legge l’anticamera di un colpo di stato, sarà più complicata l’intesa del campo largo, anzi minato.
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