Craxi e Cazzullo
Dunque uscirà a gennaio il libro di Aldo Cazzullo intitolato: “Craxi, l’ultimo vero politico”. Se il titolo non inganna questo riconoscimento porta a due inevitabili conseguenze. E cioè che la magistratura ha eliminato l’ultimo vero politico recando danni all’Italia e che dopo di lui di veri politici non ne sono usciti più. Certo, si dirà, i reati vanno perseguiti. E’ obbligatorio. Ma nei due processi passati in giudicato, quello Eni Sai e quello sulla metropolitana milanese, la prova esibita è consistita in quel “non poteva non sapere”, teorema che si è applicato a lui solo. E’ vero che uno dei gestori dei conti esteri ha dichiarato che i soldi in esso contenuti appartenevano a Craxi in persona ma questo doveva essere dimostrato e appurato da un regolare processo che non ci fu. In generale, al di là degli errori politici che Craxi commise dopo l’89 e di una certa spregiudicatezza con la quale gestiva o cogestiva l’amministrazione del partito, Craxi fu colpito duro proprio per quel che significava il sottotitolo del libro di Cazzullo. Per essere cioè l’ultimo vero politico. E cioè l’unico che si oppose alla fine della prima Repubblica. Che fu la sola e rappresentò una felice stagione del confronto politico e dell’enorme partecipazione popolare. La fine di questa fase della Repubblica può allora essere proprio definita come la fine della politica. Eliminando i partiti storici si eliminava anche il cemento che univa il popolo alle istituzioni repubblicane e agli stessi partiti che ne rappresentavano il cardine costituzionale. Craxi rappresentava l’obiettivo centrale. Il suo reato principale era quello d’essere l’emblema di una forma partitocratica che egli dichiarava apertamente di difendere in tutte le sue forme anche degenerative. Coerente con questa impostazione si auto accusò del finanziamento illecito al suo partito invitando gli altri a fare altrettanto e nessuno lo fece rintanando la testa sotto la sabbia. Si oppose al referendum Segni sulla preferenza unica (nessuno gliel’aveva chiesto) e a quelli sul maggioritario. Si recò personalmente in commissione a difendere il sistema proporzionale citando Il precedente di Turati e don Sturzo. Chiaro che dovesse essere colpito. Anzi eliminato. Dalla fine di Craxi, che tra i suoi meriti vanta la coerente lotta autonomistica a fianco di Pietro Nenni, i legami coi leader del socialismo europeo, l’appoggio ai dissidenti nei regimi fascisti e comunisti, la particolare attenzione alle esigenze del popolo palestinese, il valoroso ruolo di presidente del Consiglio nella lotta all’inflazione, la sua solidarietà atlantica con l’installazione dei missili a Comiso ma anche l’indipendenza nazionale che dimostrò a Sigonella e condannando i bombardamenti su Tripoli e Bengasi e pergino negando per questi le basi americane in Italia. Ultimo vero politico perchè credeva alla superiorità della politica sull’economia e la finanza. Ultimo vero politico perchè immaginava l’Italia come un grande Paese e pretese che entrasse nel G7. Cazzullo del quale leggeremo attentamente il libro ammette dunque che dopo Craxi non siano nati altri veri politici. Non Berlusconi non Prodi, non D”Alema, non Veltroni, non Renzi, non Salvini e neppure Meloni. E’ un giudizio che pare drastico. E che immagino approfondirà nel libro. E’ un giudizio che però parla da solo. Se non sono nati altri veri politici il danno recato all”Italia negli anni novanta con la sua eliminazione per via giudiziaria é stato immane. L”Italia dei misteri, delle bombe che non hanno nome, della mafia, della camorra e dell”ndrangheta, l’Italia del terrorismo rosso e nero, l’Italia del più forte partito comunista d’Occidente finito sotto i calcinacci del muro, ha eliminato il suo ultimo vero politico per finanziamento illecito. Vien da ridere. O da piangere.
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