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Il centenario dell’ignoranza pucciniana

3 Gennaio 2025 38 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Si poteva fare di meglio per celebrare il centenario della morte di Giacomo Puccini. Si poteva, ad esempio, trasmettere le puntate della serie dedicata al grande musicista toscano dalla Rai nel 1973 e interpretate magistralmente da Alberto Lionello: un Puccini credibile, che aveva il solo difetto di parlare fiorentino e non lucchese, come del resto il Verdi di Renato Castellani del 1982 parlava bolognese e non bussetano. Dopo, e prima, i film o gli sceneggiati televisivi sono stati assolutamente mediocri. Tra i più mediocri quello del 2009, una mini serie televisiva insopportabile, con la presenza anche di Andrea Giordana e di Stefania Sandrelli, e riproposto (anziché quello interpretato da Lionello) da mamma Rai. Si tratta di un polpettone indigeribile, di una farsa, densa di falsità e condita con lacrimoso e penoso sentimentalismo. Una telenovela in stile decadente. Per di più accompagnata da musiche non pucciniane. Ci parla di un Puccini che nel 1924, poco mesi prima di morire, é a Vienna ed é falso, che incontra e seduce una avvenente giornalista (di nuovo falso), che é protetto e amato in chiave materna da Elvira che invece era gelosissima al punto da scatenare il drammatico suicidio della povera Doria Manfredi. Insomma un feuilleton dei peggiori, da paragonare a quello dedicato a Leonardo che non corrispondeva, se non per una piccola parte, alla verità storica. Poi ci si é messo di mezzo un programma musicale condotto da Beatrice Venezi che oltre a presentare se stessa e dirigere l’orchestra con un vestito da ballo scollato ha pensato bene di mescolare qualche romanza lirica a canzoni moderne. I tecnici della trasmissione che dovrebbero capire almeno un pò di musica hanno poi presentato lo Scarpia di Tosca come un tenore e non come un baritono. Ma ci sono centinaia di migliaia di persone in Italia appassionate di musica lirica alle quali sono venute i brividi. Per la verità lo sanno anche i gatti che Scarpia é baritono e Cavaradossi tenore. Non i registi di questa pessima puntata di superficiali ricordi e, diciamolo, di maleducazione. Se non fosse frase abusata direi anch’io che Puccini si é agitato nella tomba. Ma uno che presenta un film su Garibaldi può sostenere che non sia partito da Quarto, che non sia stato ferito in Aspromonte, che non si sia rifugiato a Caprera perché il re non voleva prendere Roma? Può sostenere che Mazzini era monarchico, che la repubblica romana non sia stata soffocata dai francesi? E allora perché queste falsificazioni della vita di un grande musicista, perché questi strafalcioni? Personalmente imploro Puccini di perdonare loro perché non sanno quello che fanno. Per fortuna il centenario é passato e di oscenità non ne vedremo più.

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