Atto dovuto, voluto o improvvisato?
La magistratura, Anm e Csm, parla del trasferimento al tribunale dei ministri dell’esposto dell’avvocato Li Gotti, da parte del procuratore Lo Voi, come di atto dovuto. Cioè, in sostanza, la magistratura ordinaria non doveva svolgere alcuna indagine preventiva per accertarsi della credibilità delle notizie di reato. Questa tesi contrasta con quella di diversi costituzionalisti e anche con quella di qualche magistrato e della giunta delle Camere penali. Sabino Cassese, ad esempio, rileva: “La formula “omessa ogni indagine” non vuol dire “a occhi chiusi”, ma deve esserci almeno un’apparenza di un qualcosa di serio e di importante. Non c’è dubbio che finirà in un nulla, ma nel frattempo tutta l’attenzione sarà distolta da problemi importanti che ha il nostro Paese”. Dal canto suo il vice presidente uscente dell’Anm Salvatore Casciaro ammette che alla frase “omessa ogni indagine” del secondo capoverso dell’articolo 6 della legge costituzionale del 1989. che regola l’andamento delle procedure penali riguardanti i ministri, si potrebbe fare eccezione “solo in caso di denunce manifestamente infondate e fantasiose e ci potrebbe forse essere un margine ridottissimo di valutazione ed evidentemente non è stato ritenuto un caso rientrante in quella tipologia”. Lo Voi avrebbe potuto applicare al caso la famosa circolare di Giuseppe Pignatone, con la quale, nel 2017, impose una certa cautela al suo ufficio, per evitare iscrizioni frettolose. Secondo quel documento, l’iscrizione è “atto dovuto” solo quando ci sono “indizi specifici”, emersi dalla necessaria “valutazione” del pm sul contenuto delle notizie di reato. La giunta delle Camere penali annota “La legge costituzionale numero 1 del 1989 che prevede poi, per i reati che si ipotizza siano stati commessi dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dai Ministri nell’esercizio delle loro funzioni, l’obbligo di avviso alle persone interessate e la Trasmissione al Tribunale dei Ministri, deve ovviamente essere letta alla luce della regola generale. Ne discende che non esistono automatismi. A nessuno può sfuggire che, ogni interpretazione contraria, oltre a contraddire la legge, darebbe luogo ad esiti paradossali; la più insensata, infondata e fantasiosa denuncia dovrebbe dare luogo alla costituzione di un Tribunale dei Ministri, composto da tre magistrati, e determinare l’avvio di un’attività di indagine”. I criteri generali dunque, ispirati alla cautela e alla verifica della credibilità della denuncia che si applicano nei casi ordinari dovrebbero valere anche nei casi di coinvolgimento dei ministri. Questo il parere della giunta delle camere penali. E’ molto importante questo passaggio perché la pluralità di pareri che portano alla possibile discrezionalità coinvolgerebbero lo stesso procuratore Lo Voi nell’attacco al governo. Tutto questo ha ottenuto o sta ottenendo peraltro tre risultati suicidi. Il primo é quello di oscurare il contraddittorio atteggiamento del governo sul caso Almasri. Il fatto che, dopo la scarcerazione di questo criminale ad opera della magistratura per un vizio di forma, il governo abbia deciso, attraverso il ministro della giustizia, di non emettere un secondo ordine di custodia cautelare, come richiesto dalla Corte penale internazionale, ma abbia predisposto il trasferimento dello stesso Almasri in Libia, é una pagina piuttosto sconcertante e tutta ancora da chiarire. L’intervento della magistratura ha rinviato per ora il confronto parlamentare. Il secondo é di non fare ammettere al governo che il trattenimento di Almasri in Italia avrebbe messo a rischio i rapporti politici, diplomatici ed economici tra il nostro Paese e la Libia. E gli affari dell’Eni e il trasporto del gas. Difficile che ora il governo possa ammettere che ci si può voltare dall’altra parte rispetto alla violenza, alla ferocia, alle torture e agli omicidi commessi nel campo libico dei migranti in cui imperava Almasri, per meri motivi di interesse nazionale. Con un orgoglio nazionalista da Italia first di stampo trumpiano. Il terzo arriverà tra pochi giorni. Il tribunale dei ministri proscioglierà la Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano che, al pari di Salvini, rafforzeranno le loro posizioni. Questo per incapacità politica delle toghe a prevedere il risultato delle loro azioni. E Buongiorno opposizioni.
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