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Il falso bipolarismo del nuovo mondo

11 Marzo 2025 33 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Abbiamo già cercato di chiarire che un vero bipolarismo in Italia non é mai esistito, tante sono state, e anche di notevoli proporzioni, le liste fuori dai poli, da quella del patto Segni del 1994 fino a quella dei Cinque stelle, nel 2018 e 2022. E per di più il bipolarismo non ha certo creato stabilità politica, tanto che nessun governo bipolare che ha vinto le elezioni é durato per un’intera legislatura (anche il Berlusconi due, 2001-2006, é passato attraverso una crisi di governo) e non c’é un esecutivo che nelle successive elezioni abbia confermato la sua maggioranza. Ora che il mondo é capovolto e la situazione internazionale impone posizioni coerenti queste alleanze non possono restare uguali a prima. Sia nel centro-destra di governo, sia nel cosiddetto campo largo, esistono enormi differenze interne, a mio avviso insanabili. Tra Forza Italia che sostiene il piano Von der Leyen sulle risorse da destinare alla difesa degli stati europei, in attesa della difesa comune, e la Lega che lo contesta definendolo un piano di guerra, non c’é possibilità d mediazione. Neppure la Meloni che sta tentando di tenere un piede in Europa e uno a Washington ci riuscirà, nonostante abbia chiarito che non preleverà risorse dal piano di coesione e che sarà fuori dai vincoli del patto di stabilità e oltretutto pienamente facoltativo. Giriamo gli occhi a sinistra. O al futuribile campo largo. Mentre Calenda promuove manifestazioni a sostegno della resistenza ucraina, e con lui Più Azione, e concorda col piano europeo, anche Renzi parrebbe, sia pure diplomaticamente più cauto, sulla stessa posizione, i Cinque stelle urlano al neo bellicismo europeo e promuovono manifestazioni per la pace (di Trump). Pur essendo contro Trump, così come in generale contro l’America, ecco che s’avanzano Fratoianni e Bonelli, indignati. Da qui ai prossimi quattro anni, tanto durerà l’amministrazione Trump, con Musk che pretende di convocare le elezioni in Ucraina, con Rubio che si presenta con una croce in testa, pensando di essere investito da Dio e Vance che tifa per i movimenti di estrema destra in Europa (perfino Marine Le Pen ha preso le distanze da Steeve Bannon), con quel che ci aspetterà non solo in Ucraina, ma probabilmente in Moldavia e in Georgia, forse nei territori europei di confine vedasi la Polonia che ha triplicato le spese per la sua difesa, giacché Putin ha ieri dichiarato che vuole riprendersi cio che é suo, gli schieramenti italiani dovranno per forza uscire dal vecchio paradigma destra e sinistra per inserirsi nel nuovo contrasti tra europeisti e trump-putiniani. Attendiamo con pazienza il Pd della Schlein. Ma nel Pd ci sono, come sempre, diverse anime e opposte posizioni. Bisognerebbe che questo partito, che di socialista democratico non ha neppure il nome, andasse a lezione dal laburista Starmer, dal socialista Sanchez, dal socialdemocratico Scholz e dal socialista francese Gluksman. E capisse che la difesa europea da subito, anche nelle forme di difese di stati, visto che quella comune comporta tempi più lunghi, é oggi necessaria per difendere le nostre democrazie e per sedere con autorevolezza al tavolo delle trattative. Se é vero che Trump, che giudica tutto sulla base del denaro, intende trasformare l’articolo 5 della Nato in base ai versamenti in difesa di ognuno (chi più spende ha diritto di essere difeso e chi meno spende no) ho l’impressione che ci aspettino tempi bui. Se anche la libertà ha un prezzo il vecchio continente non deve solo armarsi ma mostrare e diffondere la sua cultura liberale ma sancire i principi di autonomia, indipendenza e sovranità nazionale per tutti i popoli e sorreggerli nelle loro giuste lotte. E’ complicato? Sì. E’ dispendioso? Sì. E’ anche pericoloso? Certamente. Ma quale altra funzione vogliamo assegnare a un continente che questi valori ha saputo conquistare, anche con l’aiuto spesso determinante di altri, con la lotta e col sangue e non é certo disponibile a rinunciarvi? Tutto questo impone di tirare una riga su vecchie differenze e di creare nuove solidarietà in base agli ideali. Anche e soprattutto in Italia ove sarebbe bene che i partiti storici e identitari sorretti da un sistema elettorale proporzionale prendessero il posto di queste casse da morto.

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