Il programma socialista di Fano: quaranta idee per costruire il futuro
Ho sistemato secondo un procedimento logico le varie proposte uscite dalla tre giorni di Fano. Naturalmente le ho sintetizzate per rendere più semplice la lettura. Direi che il principio su cui si orienta la nostra piattaforma é quello dell’identità. Siamo, sia pure in formato mignon, l’unico partito che si richiama a una storia, non a quella generica del socialismo, da cui quasi tutto é derivato (comunismo e perfino, sia pure indirettamente, il fascismo), ma a quella del socialismo riformista e liberale (Turati, Nenni, Saragat, Rosselli), ma che ritiene che debbano essere recuperate le grandi intuizioni del socialismo craxiano degli anni ottanta (meriti e bisogni, grande riforma delle istituzioni, battaglie sui diritti civili, europeismo critico, patriottismo, Craxi aveva il mito di Garibaldi).
La verità é che se siamo ancora qui, il motivo di fondo é quello di cancellare la dimenticanza storica dei socialisti (la Resistenza l’hanno fatta comunisti e cattolici, la Costituzione De Gasperi e Togliatti, il primo centro sinistra é quello di Prodi). Siamo di fronte a una colpevole mistificazione della storia e a una demonizzazione della parola socialista, dovuta alla strumentalità delle interpretazioni di Tangentopoli. Caso unico in Europa il partito del socialismo europeo in Italia si chiama infatti “democratico”.
Noi siamo un piccolo partito che intende recuperare il meglio del suo passato e proiettarlo nel futuro. Attenzione. Oggi più che mai, alla luce delle contraddizioni del presente, si propende a recuperare il passato. Quanto possiamo approfittare di questa nuova predisposizione noi? Questa però é la base su cui costruire una politica. Senza una proposta sul presente e per il futuro si possono rilanciare fondazioni, non partiti. E non basta la parola socialista, che é solo un aggettivo che nella storia ha assunto diversi e anche contraddittori significati, per assumere una identità. Non basta neppure richiamarsi all’unica versione ancora attuale del socialismo, che é quella riformista e liberale, che permette di nobilitare anche la stessa nozione di socialismo così trasandata, per pensare a un rilancio politico. Occorre una reale convergenza sulle cose da fare.
Sui temi del nostro incontro di Fano segnalo quelli più caratterizzanti.
Li potrei definire quelli dell’Europa politica e dell’Italia fondata sulla democrazia e sui diritti civili e sociali (slogan non molto originale, lo so).
1) EUROPEISTI CONVINTI
1-1) vogliamo il superamento della triadicitá delle istituzioni (Parlamento, Consiglio e Commissione).
1-2) La commissione deve essere eletta dal Parlamento e il Consiglio perdere poteri.
2) RILANCIARE IL LAVORO
2-1) Il tema deve essere affrontato in due modi: rilanciando gli investimenti pubblici anche al di fuori dei vincoli europei che producono Pil e occupazione (modello spagnolo), mentre il governo Conte uno ha solo incrementato la spesa pubblica e, seconda proposta a parole comune a tutti, detassando le imprese e il lavoro (taglio del cuneo fiscale).
2-2) Più che reddito di cittadinanza per dare soldi a chi non fa niente, abbiamo lanciato il reddito di lavoro e cioè impiegare coloro che sono a carico dello stato in lavori di pubblica utilità.
3) PER UN’IMMIGRAZIONE CONTROLLATA
3-1) Occorre ripristinare le scelte di fondo del ministro Minniti, ma affidare la gestione e il controllo dei campi di respingimento in Libia all’Onu.
3-2) L’Italia deve essere in prima fila per risolvere la questione libica e per riformare il trattato di Dublino.
3-3) Bisogna riprendere la politica di patti economici coi paesi d’origine per il rimpatrio degli irregolari. Sono tra i 500 e i 600mila.
3-4) E’ necessario selezionare le Ong e le cooperative buone da quelle cattive. E’ nostro dovere morale e politico, perché ce lo impongono le leggi salvare tutte le vite umane.
3-5) E’ ora di condurre una dura lotta contro ogni tipo d sfruttamento dei migranti, sia quello della loro gestione (le cooperative che fanno profitto) sia quello del loro sfruttamento nei campi di lavoro del sud.
3-6) Si impone la necessità di impedire la concentrazione degli immigrati nelle periferie urbane e disseminarli a gruppi minimi per rendere più facile la loro accettazione e la conseguente possibile l’integrazione
3-7) E’ il momento di reprimere ogni forma di violazione della legalità e sciogliere qualsiasi gruppo che si propone di infrangere la leggi con la violenza e il ricatto (un particolare capitolo deve essere scritto sulla cosiddetta mafia nigeriana), con immediata espulsione dal territorio italiano di chiunque ne faccia parte.
3-8) Bisogna affidare a ogni migrante mantenuto dallo stato un lavoro di pubblica utilità, cosa che già avviene in piccoli comuni, ma che deve diventare le regola.
3-9) Bisognerebbe, assieme all’introduzione di uno ius soli moderato, riformare anche il diritto di cittadinanza pretendendo la piena conoscenza della lingua italiana e facendo esplicito riferimento al diniego di qualsiasi comportamento che sia estraneo alla cultura liberale. Introducendo anche la revoca della cittadinanza.
3-10) Sarebbe infine io caso di approfondire le ragioni che hanno portato al dato modesto delle concessioni di diritto d’asilo in Italia in rapporto a quello degli altri paesi e all’applicazione dell’articolo 10 della Costituzione.
4) PER LA DEMOCRAZIA, CONTRO LA DEMAGOGIA
Leave your response!