I responsabili
In ogni legislatura esiste sempre un gruppo di parlamentari che, non rassegnandosi ad andare a casa senza o con scarse possibilità di rielezione, forma un gruppo che solo nella legislatura 2008-2013 ha preso il nome di responsabili. Tra il 1994 e il 1996 fu Lamberto Dini, già ministro del governo Berlusconi, a trasferirsi di là, guidando un governo a pochi mesi dalla vittoria della Casa della libertà e del buon governo, che, dopo avere riscosso la fiducia bipartisan, finì con ottenerla solo da sinistra. Nella legislatura seguente, quella 1996-2001, è successo di tutto: tre presidenti del Consiglio per l’Ulivo, il primo, Prodi, con il consenso solo dei partiti che facevano parte dell’originaria coalizione più Rifondazione, che con l’Ulivo aveva contratto un patto elettorale di desistenza, poi D’Alema, con il consenso anche del partito di Cossiga e di Mastella, ma senza quello di Bertinotti, che si scisse in due facendo sorgere il Pdci di Diliberto e Cossutta, i responsabili del tempo. Poi Amato, che dopo le regionali del 2000, rilevò il dimissionario D’Alema, ma fu sostituito alle elezioni, come candidato premier, da Rutelli. Nella legislatura 2001-2006 il governo Berlusconi fu attraversato solo dalle fibrillazioni dell’Udc di Follini. Di governi se ne fecero due e la legislatura arrivò a compimento. Un’eccezione. In quella successiva, 2006-2008, è successo il finimondo, con l’Unione prodiana che non aveva vinto le elezioni e governava grazie al voto di un drappello di senatori comunisti più a sinistra di Bertinotti e di quelli a vita. Se i responsabili sono in genere coloro che salvano i governi, in questa legislatura, non furono irresponsabili coloro che virarono a destra con la certezza di vincere le elezioni (Dini, Mastella). Tra il 2008 e il 2013 nuova legislatura turbolenta. Si comincia con una maggioranza (larga) del Pdl, che poi con Fini si ruppe, poi subentrò Monti, che si fece il suo partito e lo presentò alle elezioni. In questa legislatura i responsabili, tra i quali Razzi e Scilipoti, provenivano dal partito di Di Pietro. Poi la penultima legislatura, quella dal 2013 al 2018, con tre presidenti del Consiglio, e due maggioranze diverse. Col Letta 1 l’unità nazionale, col Letta 2, Renzi e Gentiloni il centro-sinistra più i nuovi responsabili, il Centro-destra di Alfano. Dunque perché stupirsi? Quello che stona è che il presidente del Consiglio (sarebbe interessante sapere cosa è andato a riferire al Quirinale) rilevi che esistono nuovi e ancora caldi responsabili per sostituire un partner di governo che non si è ritirato all’opposizione. Questo rappresenta un fatto nuovo. Significherebbe formare un gruppo di sostituti, pronti a rimpiazzare i cacciati. Non certo una bella dimostrazione di solidarietà politica. D’altronde che Conte sia piuttosto indifferente alle formule di governo, assai più di Andreotti che almeno non succedeva a se stesso, lasciando trascorrere qualche anno tra una svolta e l’altra, è a tutti noto.
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