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Perché Psi, perché No

19 Settembre 2020 392 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Elezioni regionali e referendum: un’assurda abbinata che al referendum ha tolto spazio e che finirà inevitabilmente per squilibrare l’espressione di voto a favore delle regioni in cui si devono eleggere gli organi regionali. Tuttavia mai come in questa duplice circostanza i socialisti si sono fatti sentire. Nei comitati del No al taglio dei parlamentari sono stati spesso al vertice delle organizzazioni e tutto (o quasi) il gruppo dirigente nazionale ha calcato i territori per manifestare sostegno e offrire motivazioni al No referendario. Da Maraio a Nencini, da Bobo Craxi al sottoscritto e nelle loro regioni a tutti gli altri compagni si può dire che mai come in questa occasione il nostro Psi é stato compatto e deciso sulla posizione contraria allo spot elettorale dei Cinque stelle. Sappiamo benissimo che oltre all’assurdo e immotivato taglio si gioca col referendum una partita più grande. E cioè, da un lato, é in discussione una posizione del Pd subalterna ai Cinque stelle, da decreti Salvini immacolati, al Mes che non si può attivare, alla riforma costituzionale sulla quale il Pd aveva votato tre volte no per convincersi al Si sulla via di Di Maio. Basterebbe rileggersi l’intervento del costituzionalista Stefano Ceccanti e del capogruppo alla Camera Graziano Delrio, nelle precedenti votazioni per accorgersi della capriola compiuta in quarta votazione. Si doveva impedire la vittoria di Salvini? Ma davvero il Pd pensava che i Cinque stelle, senza l’assenso al loro spot elettorale (proprio così l’aveva definito Ceccanti) e a una legge “pericolosa per la democrazia rappresentativa” (così l’aveva definita Delrio), avrebbero scelto la strada, per loro nefasta, delle elezioni anticipate? Incredibile la dabbenaggine del gruppo dirigente del Pd, visto che se fosse per loro i Cinque stelle alle elezioni non andrebbero mai più. Dall’altro é in palio una strategia politica fondata sul rapporto di collaborazione da trasferire anche dopo la fine della legislatura tra questi due partiti. Lunedì sapremo chi vincerà il referendum, con quale distacco, e chi saranno i partiti sconfitti. Lo sapremo anche alla luce dei risultati elettorali regionali. Anche per questa occasione il Psi si é mobiliato, presentandosi col proprio simbolo nelle regionali campane per difendere il seggio conquistato nella tornata precedente e per puntare al secondo, in alleanza di lista con altri in Puglia, nelle Marche, in Toscana, su posizioni autonome dal Pd, e come terza forza assieme a Italia viva e ad altri, in Veneto e in Liguria. Se il risultato sarà proporzionale all’impegno profuso il risultato sarà soddisfacente. Non c’é una sola regione in cui i socialisti non siano presenti, autonomamente, con altri, in appoggio a candidati di centro-sinistra, su posizioni terze dai due poli. Non credo che il referendum segnerà un punto d’arrivo e che quel che si é seminato svanirà coi primi venti autunnali del 21 settembre. Non credo che i socialisti che hanno indicato una via autonoma, alleandosi in molte circostanze con Italia viva, Più Europa e, dove esiste, Azione, non abbiano cominciato a lavorare anche per una prospettiva nazionale. Per ora l’invito é a votare Psi e No. Del dopo cominceremo ad occuparci lunedì sera.

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