Il caffè illegale
Improvvisa pubblicità dell’angolo di piazza del Duomo e dell’omonimo bar. L’episodio dei due ragazzi multati dalle forze dell’ordine e del barista multato anch’esso e costretto a chiudere la sua attività per cinque giorni, ma non la riaprirà neanche in seguito, é esploso sui social, sulla stampa locale ed é stato ripreso da due giornali nazionali. Tutti increduli. Due ragazzi multati, 400 euro ognuno, perché bevevano il caffè in piedi nelle vicinanze del bar e il barista multato, 400 euro, perché i caffè non li aveva serviti nel sacchetto. Scompiglio, confusione. Un caffè nel sacchetto? E se si riversa? O se il cliente getta via il sacchetto? Ma dove si può bere un caffè da asporto? A casa. Cioè lo prendo in piazza del Duomo e lo bevo a Rivalta? In auto. Cioè io lo acquisto in via Farini e lo bevo al parcheggio della Zucchi? Ma il gestore del bar che responsabilità ha? Deve comunicare ai clienti che i caffè non li possono bere nel bar e neanche nelle sue vicinanze. E se il cliente sgarra paga il barista che dovrebbe essere chiamato, ma questo la normativa non lo prevede, a vigilare su dove il cliente lo beve? Ormai i fuorilegge lievitano. Un mio amico mi ha comunicato di avere goduto della sua illegalità. Si é bevuto un caffè dietro un portone di una Chiesa, un altro sotto Broletto dietro una tappezzeria, un terzo nascosto dietro i leoni di piazza San Prospero. Bibo lo ha bevuto dietro un cassonetto dei rifiuti, il Barone nascosto tra gli invitati a un matrimonio, Siverius dietro le spalle larghe del Barone, Willy Vezzani mentre inauguravano la Torre di San Prospero. Chissà perché il caffè illegale è anche più buono. Al Blanc di via Farini un caffè illegale costa meno che in via Fornaciari dove viene servito anche alle forze dell’ordine. E per questo acquista la patente di legalità. Da Melli viene servito e poi consumato alla Dag di Massimo Torreggiani. In cambio di un biglietto, inutile, per la partita di rugby. Magnifica questa situazione in cui tutti paiono, oppure no, fuori legge, ma pagano solo i pochi che vengono scoperti. Un po’ come l’epo o cose simili nel ciclismo. Una giustizia all’italiana. Per un caffè, neanche ben zuccherato. Per la fretta.
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