No all’embargo della libertà.
L’on. Mauro Del Bue è intervento alla Camera sulle mozioni attorno all’ipotesi del superamento dell’embargo di armi alla Cina e ha detto tra l’altro: “Poche parole su tre punti: le dichiarazioni del presidente del Consiglio nel corso del suo recente viaggio in Cina, il giudizio sulle diverse mozioni presentate, un commento all’intervento dell’on Venier dei Comunisti italiani. Su Prodi: in base alla legislazione italiana, che, con il testo del 1990, legge 185, subordina le decisioni in materia di embargo di armi alle risoluzioni dell’Ue, le possibilità di superare l’embargo sono due: o cambiare la legge italiana isolando il nostro Paese dal contesto europeo o proporre l’argomento ai partner europei, che pare non abbiano nessuna intenzione di considerare superate le ragioni che hanno spinto all’embargo decretato dopo la strage di Tiennamen dell’agosto del 1989. Il resto sono solo parole o, al massimo propositi.
Sulle mozioni: ne sono state presentate diverse e da diversi partiti di entrambi gli schieramenti. La differenza sul dispositivo è questa: una parte delle mozioni propone il mantenimento “sic et simpliciter” dell’embargo, una parte subordina il suo superamento alla verifica di tangibili, concreti e reali passi in avanti sui temi dei diritti e delle libertà individuali in quel Paese. La differenza taglia gli schieramenti. Infatti, se da una parte, la mozione Volontè (Udc) si schiera tra i possibilisti, quella di Bonelli (Verdi) è la più intransigente a pretendere il mantenimento dell’embargo. Nessuno, dunque, al momento propone la fine dell’embargo, visto che il suo superamento viene considerato solo eventuale e subordinato a ragioni oggi inesistenti. E noi ci associamo. Dunque voteremo quasi tutte le mozioni presentate. Anzi tutte, meno una: quella presentata dall’on Venier, dei Comunisti italiani, della quale non condividiamo il giudizio politico sul sistema cinese. L’on. Venier ha messo in guardia, ancora una volta, dalla strumentalizzazione e mi ricorda quando, nel 1975, ancora ragazzino, entrai nel Consiglio comunale di Reggio Emilia e ogni volta che si discuteva della Cecoslovacchia o dell’Urss dal Pci veniva il solito monito: attenti alle strumentalizzazioni. Parola magica e a senso unico, che significava un altolà a discutere tutto ciò che metteva in crisi il tabù di una ideologia. Possibile che siate rimasti come allora, dopo tutto quel che è avvenuto nel mondo? Capisco che molti di voi portavano all’occhiello il distintivo di Mao alla fine degli anni Sessanta, quando la epica sua rivoluzione culturale massacrava milioni di cinesi. Ma non vi hanno spiegato che oggi la Cina è un paese in cui il partito unico, sia pur comunista, convive con il peggior capitalismo selvaggio? Dove i lavoratori vengono sfruttati, senza diritti, senza ferie, senza rivoluzione, senza Mao e comunismo? Ma che Paese voi state difendendo, compagni? Possibile che la vostra mozione dica testualmente “La Repubblica popolare cinese ha avviato una serie di riforme anche di carattere politico e istituzionale, ma in contraddizione con questo percorso annunciato giungono notizie (sic) su violazioni di ciò che il diritto internazionale definisce come inviolabili diritti dell’individuo”. Come “giungono notizie”. Meno male che non avete aggiunto “strumentali”. Aggiungo che non condivido neppure la affermazione che “ogni popolo si sceglie il sistema che vuole”. Intanto, ha ragione l’on., Bonelli, bisogna che un popolo sia in condizione di sceglierlo un sistema. E non mi pare che il popolo cinese sia mai stato messo in tali condizioni. Ma non concordo neppure con l’affermazione secondo la quale ogni popolo ha il diritto di scegliere qualsiasi sistema anche col voto. Dovremmo legittimare anche il nazismo, visto che Hitler nel 1933 ottenne la maggioranza relativa del voto tedesco? No, ogni popolo ha il diritto di scegliere il sistema democratico che vuole, nel pieno rispetto dei diritti di tutti, anche di coloro che non la pensano come la maggioranza, chiaro? Noi siamo a favore di tutte le lotte per le libertà. E oggi non possiamo che ricordare, visto che si è celebrata in vario modo la sua morte, che il dittatore Pinochet ha rappresentato una storia negativa e cruenta del suo Paese e che i socialisti e Craxi in primis sono stati dalla parte del legittimo governo cileno di Salvador Allende. Come sono dalla parte di tutti coloro che in Cina, come in Iran, come in Congo, si battono contro le dittature e per la libertà. Spero sia chiaro a tutti. A tutti quelli che tentennano e che dichiarano “strumentale” il richiamo al valore universale della libertà.