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Quelli che usano i curdi contro l’Ucraina

4 Luglio 2022 335 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

In diversi stanno usando la questione curda come alibi per non sostenere la resistenza ucraina. Sono sempre stato dalla parte dei curdi che combattono per i loro diritti e sono dalla parte degli ucraini che combattono per la loro indipendenza. Facciamo un po’ di storia. La popolazione curda, che non conosce uno stato unitario permanente dalla fine dell’impero ottomano, é divisa in cinque stati: Iraq, Iran, Siria e Turchia (una presenza di dimensioni minori si riscontra anche in Armenia). In Iran il tentativo indipendentista di Mustafà Barzani cominciò e finì nel 1945 dopo il ritiro dell’appoggio dell’Urss e il neo presidente fu giustiziato assieme ai suoi vertici politici dalle autorità iraniane (allora persiane). Da allora esistono nel Kurdistan iraniano due partiti: il partito democratico e il partito per la libertà del Kurdistan. Nella parte irakena i curdi sono stati oggetto della più feroce repressione da parte di Saddam e tragiche risultano ancora le immagini dei curdi gasati da Alì il chimico. E’ solo dopo la liberazione dell’Iraq da Saddam nel 2003 che i curdi hanno ritrovato pace e conquistato una relativa autonomia. Il Kurdistan irakeno è divenuto uno degli stati federali dell’Irak. Tragica la situazione dei curdi della Repubblica turca. E’ stato loro negato l’uso della lingua, proibiti i cognomi e la stessa parola “curdo” é stata cancellata. E qui attraverso il PKK la resistenza dei curdi turchi si é data un’organizzazione armata giudicata terroristica dalla comunità internazionale, ispirata al marxismo-leninismo, poi ripudiato durante il carcere dallo stesso leader del partito Ocalan. Nel periodo 1984-1999 si stima che le vittime del terrorismo siano state 39mila. Nel 2009 nasce il Partito della pace e della democrazia trasformato nel 2014 nel  Partito democratico dei popoli. Questi partiti rinnegano il ricorso al terrorismo. Al parlamento turco sono rappresentati movimenti curdi. Ovviamente il partito al potere in Turchia non cessa la sua persecuzione confondendo volutamente terrorismo e patriottismo. La guerra civile siriana ha interessato anche le regioni curde. Le milizia crude impegnate a combattere le forze jidaiste hanno conquistato nuovi territori, il Kurdistan siriano, Queste milizie, che originariamente combattevano contro il regime di Assad, si trovarono poi a combattere anche con l’aiuto dell’aviazione americana contro lo stato dell’Isis occupandone territori. E qui intervenne la Turchia per impedire un rafforzamento territoriale vistoso dei curdi siriani con un atteggiamento vistosamente imperialista e nell’indifferenza degli Usa coi quali i curdi siriani avevano combattuto per la liberazione dello stato terroristico islamico. Questo breve riassunto per dire: che i curdi sono in situazioni differenti da stato a stato, che gli americani hanno combattuto fianco a fianco dei curdi irakeni, che i curdi siriani dopo aver combattuto con gli americani sono stati lasciati soli di fronte all’aggressione turca, che Erdogan é responsabile di un intervento militare in un altro paese, che il mondo intero lo deve condannare, che la Nato deve richiedere essa stessa un codice di condivisione di valori democratici soprattutto ora che il mondo sta nuovamente dividendosi tra fautori e negatori della libertà dei popoli e che la condanna del terrorismo e dei partiti che lo praticano, che é giusta in qualsiasi latitudine, non può sconfinare nella negazione dei diritti civili e nella sopraffazione dei popoli. Questo nel Kudistan turco e siriano come in tutta l’Ucraina. Non c’e nessuna incoerenza in questo. L’incoerenza si deve cercarla ne doppipesisti, categoria alla quale non ho mai appartenuto. E con me i socialisti italiani. Il Memorandum firmato da Svezia e Finlandia con la Turchia non prevede alcuna estradizione dei terroristi curdi, se non rispettando le leggi svedesi e finlandesi e il trattato internazionale di protezione dei diritti umani. E comunque sarà decisa dai tribunali scandinavi, non dal governo turco. Per i curdi non cambia niente. È solo propaganda elettorale di Erdogan, per salvargli la faccia sulla retromarcia al veto all’ingresso nella Nato… Resta però un problema, anzi ne restano due. Occorre subito eliminare la necessaria unanimità nelle decisioni dell’Alleanza affinché nessuno possa apporvi un veto. E, lo ripeto, occorre una tavola di valori per l’adesione alla Nato affinché tutti i paesi che ne fanno parte ispirino i loro stati ai principi democratici. Capisco che per ragioni geopolitiche la Turchia é un alleato necessario, ma Erdogan non può né permettersi di porre veti (da quale pulpito….), né continuare nella sua politica ispirata all’ambiguità sulle scelte internazionali (divide la Libia con la Russia e attacca i curdi in Siria), sia nella negazione delle più elementari regole democratiche all’interno. Penso che, con la fase aperta dalla guerra in Ucraina, che segna l’avvio di un potenziale nuovo bipolarismo chi difende i valori occidentali ed europei debba essere senza macchia.

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