Prodi rompe il campo largo
Sia ben chiaro. La cosa più logica a questo punto sarebbe una riforma proporzionale del sistema politico perché gli schieramenti di centro-sinistra e di centro-destra non stanno più insieme se non col Rosatellum, che é una pistola carica puntata alla loro testa giacché impone a ogni lista presentata sulla quota proporzionale un’appartenenza a una coalizione sul maggioritario. Ma una riforma proporzionale impedirebbe al centro-destra, se mai esiste ancora, di vincere le elezioni e alla Meloni di insediarsi a Palazzo Chigi. La riforma proporzionale implicherebbe dunque una frattura del centro-destra se non si vuol fare la legge elettorale con l’esigua maggioranza che sosteneva il governo giallorosso e che non so neppure se esista ancora. Per questo si punta soprattutto su settori di Forza Italia. Non é un mistero che Brunetta, Carfagna e Gelmini siano decisamente schierati col partito, o il patto o l’agenda, come vien definita, di Mario Draghi. Nel cantiere aperto dalla nascita della lista del cocomero (l’alleanza tra Sinistra italiana e Verdi), subito dopo la nascita del nuovo partito, Insieme per l’italia, di Luigi Di Maio, potrebbero sorgere nuovi edifici sostitutivi di quelli vecchi. La riforma proporzionale é un’opzione che pareva sepolta, ma adesso si presenta come una delle due soluzioni possibili. L’altra é la riconversione riformista e antipopulista del centro-sinistra, aperto a vecchie e nuove sinistre, ma anche ad Azione e soci vari e chiusa ai Cinque stelle. Basterebbe una coalizione del genere per vincere? Ne dubito. Bisognerebbe aprire un fronte nel centro-destra, più che nei partiti, nell’elettorato. E giocare la carta Draghi che anche nel centro-destra potrebbe trovare consensi. Non si tratta di chiedere al presidente del Consiglio di entrare in campo (allargato o riformista che sia). Si tratta di fare una proposta al Paese che anche con questa legge elettorale (col proporzionale sarebbe cosa fatta) potrebbe indurre molti a preferire una soluzione siffatta a quella di un centro-destra a trazione meloniana. Prodi credo che l’abbia capito. Gli altri? Verranno.
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