In memoria del riformismo militante di Fernando Santi
In occasione del 122esimo anniversario della sua nascita si é svolta dinnanzi alla sua casa natia l’annuale cerimonia in ricordo di Fernando Santi. Il direttore dell’Avanti Mauro Del Bue ha voluto, nella sua orazione ufficiale, ricordare tre fasi della vita di questo esemplare dirigente sindacale e politico. Innanzitutto la sua adesione al socialismo riformista, perché Santi che aderì al Psi nel 1917, non solo capeggiò la minoranza della Fgsi che si oppose alla scissione comunista del 1921, ma aderì l’anno seguente al nuovo Psu di Turati, Treves e Prampolini, primo segretario del quale fu Giacomo Matteotti. Poi il suo antifascismo militante. Nell’agosto del 1922 fu sulle barricate di Parma con i resistenti che respinsero le squadre fasciste capitanate da Italo Balbo e negli anni venti e trenta non cessò mai di tenere le fila dei rapporti politici e sindacali coi suoi vecchi compagni. Infine il mito di Santi, sindacalista socialista nella Cgil, che inizia di fatto dopo il martirio di Bruno Buozzi ucciso dai nazisti in ritirata da Roma nel giugno del 1944. Santi fu con Di Vittorio al vertice del sindacato dal 1947 al 1965. Ne difese l’autonomia rifiutando la logica del sindacato di partito chiunque la proponesse. Non aderì alla scissione di Palazzo Barberini nel gennaio del 1947 e si legò politicamente alla tendenza autonomista di Riccardo Lombardi. Dal 1948 al 1968 fu eletto ininterrottamente alla Camera (allora non esisteva l’incompatibilità sindacale). Nel 1968, già provato dalla malattia, si presentò al Senato senza risultare eletto. Morirà l’anno dopo suscitando una viva emozione in tutto il mondo politico e sindacale. Dopo Del Bue, Egidio Tincani, parente di Santi e promotore dell’iniziativa, ha dato la parola a Paolo Cristoni, già deputato al Parlamento e dirigente cooperativo. Cristoni ha ricordato, un dettato di Santi al tempo in cui egli stesso era un giovane cooperatore: “Stai dalla parte di chi ha bisogno”. Com’è sempre stato Fernando Santi.
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