La Commissione d’indagine su Tangentopoli no?
Tra le tante proposte di istituzione di commissioni parlamentari manca quella più ragionevole. Possibile che il Parlamento della Repubblica italiana non voglia istituirne una, d’indagine, sul fenomeno che ha contribuito, forse in maniera decisiva, alla fine di quella che vien definita Prima repubblica e che va sotto il nome di Tangentopoli? Dopo trent’anni il Parlamento non sente il dovere di sapere tutta la verità sulle cause che la determinarono (ci furono anche interventi stranieri?), sulle motivazioni delle ragioni di un’indagine che colpì solo qualcuno mentre su qualcun altro ci furono omissioni, sulle condanne sulla base di teoremi che non vennero applicati a tutti, sull’applicazione del carcere preventivo al di fuori della legge, sull’intreccio tra magistratura e organi di informazione che calpestò il segreto istruttorio e mise le difese in condizioni di non potersi difendere? Farei appello al ministro Nordio, un liberale e un garantista, perché in questa fase non venga dimenticata questa esigenza di verità che é ormai più storica che giudiziaria. E invito tutti i socialisti e anche il Psi a porre come condizione di una alleanza col Pd questa esigenza non più differibile. Trent’anni son passati e un intero sistema politico, probabilmente superato per la sua pesantezza economica ma che manteneva intatte le sue ragioni identitarie come dimostrato da quello di tutti gli altri paesi europei, é stato travolto in Italia dopo l’89 europeo e i leaders politici dei partiti non comunisti non compresero che la fine del Pci non riguardava solo questo partito. Infatti votarono, proprio nell’autunno del ‘89, una legge di amnistia sul finanziamento ai partiti che di fatto impedì di indagare sui rubli sovietici al Pci fino a quell’anno rivoluzionario. Non compresero che le illegalità e le irregolarità del finanziamento anche loro avrebbero dovuto cessare proprio in quell’anno. E non compresero anche le conseguenze logiche dei referendum elettorali. Ma una responsabilità politica si deve pagare sul piano politico e non su quello giudiziario. Fu troppo forte, come un cataclisma, l’effetto che Tangentopoli suscitò sugli sviluppi della storia. La tradizionale competizione tra riformisti e massimalisti, e in Italia tra socialisti e comunisti, vinta dai primi, deviata come fu da Tangentopoli, fu appannaggio dei secondi. Il Psi fu spazzato via, e ripeto anche per errori suoi, con una violenta campagna politico-giudiziaria, che vide nel suo leader il capro espiatorio di tutte le illegalità commesse (il piemme Ielo arrivò a definirlo “un criminale matricolato”) dall’insieme dei partiti italiani, costretto a un difficile intervento operatorio in un paese straniero che lo portò alla morte. La competizione tra Psi e Pci si macchiò anche di un’indimenticabile tragedia. Da allora la sinistra é progressivamente divenuta più debole, con tratti di subalternità alla magistratura e anche di populismo, che le sono sempre stati estranei. Oggi é rappresentata da un partito che oscilla, secondo i sondaggi, non oltre il 15%. Il trentennio post tangentopoli ha visto prima l’emergere vincente del berlusconismo, poi dell’ulivismo sempre messo in crisi da sinistra, e oggi della destra al governo. La politica ha progressivamente perso peso nei confronti di altri poteri, mentre é dilagata la crisi economica, la svalutazione del potere d’acquisto degli stipendi e delle pensioni degli italiani, la deflazione e oggi anche l’inflazione. Il generale del Clnai giudiziario Francesco Saverio Borrelli ha esplicitamente riconosciuto il fallimento delle sue indagini. “Non valeva la pena” egli ha ammesso, “buttare giù il mondo di prima per ritrovarci in quello di oggi”. Il Parlamento vuole indagare su quel che é accaduto e perché un ordine giudiziario si é arrogato il potere di buttare giù un mondo? Mi pare una questione troppo rilevante per poter essere ancora ignorata.
Riportare il pensiero di Borrelli
È espressione tipica dell’idiozia
Tutta nostrana da insolazione,
Agire senza testa
Processo sommario, impiccagioni
Poi monumenti e commemorazione postuma?
Si aveva
Una classe dirigente ?
No , si aveva
Una classe di dementi folli.
Chiedere una commissione parlamentare
A che pro, per confermare, che il nostro sistema è marcio
Concepito sul personalismo a tutti i costi, anche sulle , corruzioni presenti ai vari livelli?
Sull’uso del bene pubblico per scoppi familiari e non comuni e sociali?
I politicanti di mezza tacca che ingrassano e le masse muoiono?
Il concetto di politica che deve essere rivisto,
La politica del nepotismo è da “affogare “, quella delle contrade che non hanno funzionato e non funzionano;
RIPORTIAMO LA POLITICA DEL BENE COMUNE E DEL GENERALE INTERESSE
NON QUELLA DELLE TANGENTI E DELLE CONTRADE.
Se oggi si ha questa situazione è dovuto alla INCAPACITÀ
NON AL MALAFFARE DEI MARZIANI, Ma alle comitive dei
Pseudopoliticanti.
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