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Quel che Giorgia non dice

18 Gennaio 2023 277 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Cos’é la destra nel mondo? Anzi, cosa sono le destre? In verità nella storia ne abbiamo conosciute due: quella democratica e quella golpista e autoritaria. Quella che risulta impregnata di valori conservatori (magari trincerandosi dietro la triade Dio, patria e famiglia) e che non solo accetta le istituzioni democratiche, ma le difende a viso aperto, é contrassegnata non solo in Italia di esempi e sacrifici importanti. Vogliamo citare i casi di Francesco Saverio Nitti e Giovanni Amendola, tra i primi ad opporsi al fascismo, entrambi esponenti della più tradizionale cultura liberale osteggiata dalla sinistra? O il ruolo avuto in Francia per la liberazione dal nazismo del generale De Gaulle? In Italia é difficile dimenticare i casi di Randolfo Pacciardi e di Edgardo Sogno. Il primo fu, nell’arco della sua vita, a capo di una brigata anti franchista in Spagna e uno dei più popolari eroi dell’antifascismo insignito di medaglia d’argento al valor militare e poi uno dei più tenaci avversari del centro-sinistra (votando contro la fiducia al primo governo Moro ruppe col suo partito, il Pri), nonché fondatore di un movimento (Unione democratica per la Nuova Repubblica) che veniva guardato dalla sinistra come un organismo ai confini della democrazia. L’altro fu medaglia d’oro e combatté da liberale e anticomunista con temerarietà il fascismo (nel 1938 volle contrastare le leggi razziali appuntandosi una stella di David sulla giacca) e con azioni spericolate durante la Resistenza. Poi lanciò una nuova soluzione governativa con a capo Pacciardi. Venne anche accusato da Violante di aver progettato un colpo di stato e infine assolto “per non aver commesso il fatto” nel 1978. Poi ci sono le destre golpiste e anti democratiche, e nella storia se ne contano più d’una. Il continente caserma, quell’America latina costellata da regimi militari, reso tale con la complicità degli Stati uniti, ne era la più palese dimostrazione, mentre in Europa facevano da contrappeso ai regimi antidemocratici comunisti dell’Est quelli altrettanto illiberali e di stampo militare di Grecia, Spagna e Portogallo. Poi c’erano i nostalgici, come in Italia molti esponenti del Msi che aderivano alla democrazia pur rimpiangendo il fascismo. A queste due destre se ne sono aggiunte altre due. Da un lato una sorta di terzo polo dell’attualità, i golpisti del “vorrei ma non posso”, quelli che sono democratici se vincono e antidemocratici se perdono. Quelli della dimostrazione del golpe o golpe solo tentato. La scena degli insorti trumpiani che invadono il Congresso americano é stata ripetuta in questi giorni dai supporter di Bolsonaro in Brasile che hanno fatto irruzione nella massima istituzione democratica di quel paese, invadendo poi anche il Supremo tribunale federale. E ci sono, di converso, anche le destre che in Europa proclamano apertamente un sistema dai tratti illiberali, vedasi Orban in Ungheria, per non parlare della Turchia, in cui autoritarismo e islamismo la fanno da padroni, e ovviamente della sfessa Russia. Ora alle destre italiane si deve chiedere quel che si chiedeva al vecchio Pci: coerenza. Che é il contrario della doppiezza. Non si può pontificare sulla vocazione democratica del vecchio Msi (solo Fini con An ruppe ogni rapporto col passato) e poi flirtare con Trump e Bolsonaro. Non ci si può convertire all’Unità europea, ben inteso “a schiena dritta”, e poi continuare a rapportarsi con Orban che oltretutto intende mantenere proficui rapporti con quel Putin contro il quale il governo delle destre in Italia invia giustamente armi e che più di tutti si oppone a un’equa ripartizione delle quote di migranti che soprattutto il governo Meloni invoca. Quel che le destre italiane devono ancora chiarire non é solo, e non é mio avviso neanche tanto, il rapporto col passato, ma é semmai quello col presente. Condannino le tendenze golpiste ieri presenti negli Usa e oggi in Brasile. Prendano posizione nei confronti di quella democrazia “illiberale” teorizzata e praticata da Orban e comprendano che il sovranismo che sconfina nell’antiglobalismo é fuori dalla storia e che non ci può mai essere solidarietà tra sovranisti che guardino esclusivamente, ma erroneamente, al presunto interesse di ciascuno anche contro l’interesse di tutti.

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