Comunali: nessun segnale politico
Tutto può ribaltarsi coi ballottaggi, dove la già bassa soglia elettorale si assottiglia ulteriormente, e generalmente favorisce i candidati del centro-sinistra. Ma questo, se é decisivo per l’attribuzione dei sindaci e della maggioranze, non inficia minimamente la riflessione sulle tendenze politiche. Poi ci sono una miriade di comuni e comunelli con una vasta proliferazione di liste civiche delle quali da più parti si rivendicherà la paternità. La somma di tutto questo fa oltre sei milioni.
Sei milioni di cittadini, che hanno scelto in larga parte di non votare o che hanno votato, almeno nella stragrande maggioranza dei casi, persone e liste amministrative. D’altronde sono più di trent’anni che gli italiani cambiano il loro voto dalla comunali alle politiche, Addirittura, in occasione delle ultime elezioni europee si votava anche per le comunali in larga parte d’Italia, e i risultai sono stati molto diversi. Alle europee trionfò la Lega, anche in Emilia-Romagna, ma alle comunali il centro-sinistra tenne in tutte le regioni. I due talloni d’Achille del centro-destra erano la scarsa qualità e l’insufficiente radicamento delle sue classi dirigenti periferiche e la minore affluenza del suo elettorato ai ballottaggi.
Questo sì che sarà un tema interessante da verificare. E cioè se la sua classe dirigente, come pare analizzando i risultati del primo turno, é meglio considerata e se il suo elettorato si mostrerà più fedele. Quindici giorni di attesa e i giochi saranno fatti. La Meloni per ora, ma anche tra due settimane, può dormire sonni tranquilli. La Schlein, almeno per ora, non può certo festeggiare.
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