Per 77 anni abbiamo avuto un re?
Dopo il ramo del lago di Garda non poteva mancare un’altra clamorosa narrazione televisiva. E’ il 2 giugno 2023 e come al solito si tiene la celebrazione solenne di quel giorno ai Fori Imperiali a Roma. La giornalista televisiva Elisa Anzaldo segue la diretta. Ci tiene a far sapere che conosce bene quel che avvenne in quella storica giornata di 77 anni fa e lo spiega in premessa dicendo: “Il 2 giugno del 1946 gli italiani furono chiamati a scegliere tra la Repubblica e la Monarchia e scelsero la Monarchia”. Oibò. Penso. Magari avrà saputo qualcosa di clamoroso dei brogli di cui si parla appunto da 77 anni e delle ipotizzate manomissioni del ministro degli Interni dell’epoca Giuseppe Romita. Ma é una notizia epocale. Dunque avremmo vissuto in una repubblica abusiva, nata sotto il segno di un grande imbroglio perché, ci comunica l’Anzaldo, gli italiani il 2 giugno del 1946 avevano scelto la monarchia. E l’esilio di re Umberto e della sua famiglia? Macché. Si sarà trattato di una vacanza prolungata in Portogallo. Oppure, non ci siamo accorti che abbiamo vissuto davvero per 77 anni sotto la monarchia. Magari non sabauda, ma democristiana e post democristiana. Re Alcide, che passò la mano al piccolo Amintore (bè una certa somiglianza con Vittorio Emanuele III é evidente), per poi finire a re Giorgio (qui è quasi certa la discendenza da Umberto e non solo per la pelata). Vuoi vedere che l’Anzaldi non abbia ragione? D’altronde anche in politica ha spesso regnato la clausola dell’ereditarietà. Da un La Malfa a un altro, da un Gava a un altro, da un Fanfani a un altro, da un Craxi ad altri due. Da casa Savoia ad altre case. Sempre nel rispetto più puro del principio della discendenza.
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