Santa… anchè
Non entro nel merito dei contenuti del discorso tenuto dal ministro Santanché al Senato per difendersi dalla accuse della trasmissione televisiva Report amplificate dai giornali. Può essere che un ministro imprenditore che ha un debito con lo stato di 2,7 milioni di euro, stia molto scomodamente al suo posto. Decida il presidente del Consiglio, anche se siamo stanchi di dover registrare dimissioni senza che vi sia nemmeno un avviso di garanzia, ma solo per opportunità. Opportunità peraltro sempre soggettivamente intesa. Sì, é opportuno che il ministro si dimetta, sostiene Misiani del Pd e anche Azione, che non firmerà alcuna mozione che pretenda le dimissioni, é sulla stessa lunghezza d’onda. Non parliamo dei Cinque stelle e di Sinistra italiana specialisti nel taglio delle teste, altrui. Si differenziano solo i renziani, mentre la Lega che ha chiesto le dimissioni a ministri dell’altro campo anche per meno, sta coperta e allineata alle sue poltrone. Solo su una cosa Santanché ha certamente ragione. E non é una cosa da poco. Il Domani pubblica proprio oggi la notizia che il ministro figura sul registro degli indagati. Si può essere nel registro delle indagini preliminari e non essere oggetto di informazione di garanzia? Certo, perché si tratta appunto di ricerche per valutare se aprire una vera indagine e spedire all’interessato l’avviso. Il fatto é che queste indagini sono segretate e se non é informata l’indagata non dovrebbe a maggior ragione essere informato un giornale. E proprio nel giorno della relazione della interessata al Senato. Intendiamoci. Il giornale fa il suo mestiere, é ancora una volta la Procura di Milano che non fa il suo. Come nelle tristi giornate della rivoluzione giudiziaria, quando la Procura informava tutti insieme i direttori dei principali quotidiani, lo ha ammesso lo stesso Mieli che ne fungeva da coordinatore, perché pubblicassero articoli con lo stesso taglio se non con lo stesso titolo. Giornali su Procura, verrebbe voglia di dire. Un registro segretato e in mano solo a un magistrato é stato pubblicato per filo e per segno da un giornale. Ecco perché i Cinque stelle, che hanno presentato una mozione di sfiducia e il Pd che pare, con Sinistra italiana, orientato a votarla, dovrebbero approvare anche una mozione di protesta contro chi diffonde atti talmente segreti da poter tenere all’oscuro anche l’indagata. Ma evidentemente non si può mai concedere una ragione all’avversario politico, soprattutto quando lo si combatte personalmente. Garantisti a giorni alterni: quando lo sgarro vien fatto a una persona di sinistra può anche essere denunciato, ma quando il dolus viene subito da una persona di destra, allora si girano dall’altra parte. Questa é la vecchia cultura post comunista, appunto dell’opportunità, peggiorata da infiltrazioni travagliane, venate dalla cultura dell’odio, che appare soprattutto quando vi é da lanciare una critica alla magistratura. Ma quando finirà, caro Sansonetti, che vuoi conciliare comunismo e garantismo, questa sudditanza della sinistra verso le toghe? E’ questo che mi costringe se non a santificare, quanto meno a difendere, anche la Santanché.
Leave your response!