Il Pd non vuole inviare armi all’Ucraina ma vuole inviarglele
Bisognerebbe tornare ad Aristotele e al principio di non contraddizione. Oggi il gruppo del Pd della Camera lo ha sconfessato. Si può non votare la mozione di maggioranza votata anche da Azione, Italia viva e Più Europa perché propone di continuare a inviare armi alla resistenza ucraina e contemporaneamente non votare quella dei Cinque stelle che proponeva di sospendere l’invio. Si sono subito dissociati i parlamentari più responsabili tra i quali l’ex ministro della Difesa Guerini anche per coerenza con le decisioni assunte nel precedente governo e l’onorevole. Quartapelle. L’ascendente Provenzano ci ha messo del suo spiegando che la decisione di inviare le armi era precedente e non rettificabile. Una terza posizione che ha reso ancora più confusa la situazione. Se non si poteva modificare la scelta perché non votare la mozione di maggioranza, di Azione e degli altri che proprio questo supponeva? La verità è che questo partito è in preda ad una profonda crisi psicologica. Ci vorrebbe anzi uno psichiatra per conoscere le ragioni di un atteggiamento simile. Non è per continuare a inviare armi e non è per sospendere l’invio oltre a confessare che la sospensione non è possibile. Mi ricorda Totò nel film in cui s’improvvisava un politico e confessava di essere pienamente “favorevole e contrario”. Solo che il film faceva ridere, mentre il Pd fa piangere.
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