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Campo largo, governo stretto

4 Marzo 2024 159 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Aritmeticamente certo, se si vuole nutrire qualche speranza di vittoria alle elezioni politiche, occorre che tutte le forze di opposizione convergano. Svolgo le seguenti quattro obiezioni 1) Convergano come? Non si sa ancora se alle prossime elezioni si andrà con l’attuale legge elettorale, che é maggioritaria, nel senso che obbliga e liste che si presentano nella parte proporzionale a scegliere la coalizione di riferimento nella parte maggioritaria. Ma con una legge proporzionale con sbarramento o con una a due turni, la scelta é rinviata al Parlamento o al secondo turno. Dunque attendiamo. Ci sono tre anni e mezzo di tempo. 2) Non é detto che se tutte le forze di opposizione convergessero lo farebbero anche i loro elettori.  Un cittadino che ha votato Renzi perché ha fatto dimettere Conte voterebbe una coalizione in cui ci fossero entrambi? E che figura farebbe Calenda che ha rifiutato una coalizione in cui non erano presenti i Cinque stelle ad accettare una coalizione che li comprende? 3) Ma semmai questo cosiddetto “campo largo” dovesse comporsi con quale programma si dovrebbe presentare? Possibile che nel Pd si ragioni solo sui numeri (Pd più Cinque stelle, o Pd più Cinque stelle più Sinistra italiana e Verdi, o Pd più Cinque stelle più Sinistra italiana e verdi e Calenda, Renzi e Bonino) che appaiono il 4-4-2 o il 4-4-3 di una squadra di calcio? Ma sull’Ucraina e Israele cosa si dovrebbe fare? E il reddito di cittadinanza si dovrebbe reintegrare? E sulla Tav e sull’eutanasia? Boh. 4) Se poi una tale coalizione larga dovesse prevalere quanto durerebbe il suo governo? Già lo abbiamo sperimentato col governo dell’Unione prodiana che metteva insieme Bertinotti e Mastella. Due anni? Forse. Anche perché la sinistra é storicamente specializzata in divisioni suicide, fatte di preclusioni e discriminanti ideologiche. Chi sarebbe il presidente del Consiglio? Se dovesse prevalere la logica del centro-destra dovrebbe essere il leader del partito che ha conquistato più voti: la Schlein o Conte, dunque. Si potrebbe ancora individuare il salvatore esterno, un Prodi, dunque, cioè Gentiloni. Già su questo prevedo tensioni tra gli alleati. E la politica estera? Magari sarà finita, speriamo almeno, la guerra in Ucraina, ma se la Russia invadesse la Moldavia appoggeremmo o no quest’ultimo popolo? Domande legittime data la posizione attuale dei pentastellati. Calenda giustamente non si rifugia dietro discriminanti amministrative o regionali, ma espone le stesse obiezioni sulle elezioni politiche. Ad ogni modo adesso via libera alle elezioni regionali in Abruzzo e Basilicata, poi elezioni europee e comunali. Vedremo se il centro-destra sarà davvero in fase calante o se le elezioni regionali sarde saranno solo una rondine per di più anticipata che non fa Primavera…

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