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Francesco e il cessate il fuoco

11 Marzo 2024 215 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Papa Francesco, in un’intervista alla tv svizzera, riportata quest’oggi dal Corriere, ha parlato del conflitto tra Israele e Hamas e della guerra della Russia all’Ucraina. Lo ha fatto per sostenere la tesi di un “cessate il fuoco” generalizzato. Pur comprendendo e apprezzando lo spirito col quale Francesco ha esortato tutti a smettere di ammazzare il prossimo, com’è dovere di una Chiesa fondata sul messaggio cristiano, non ho condiviso quel suo non distinguere le responsabilità, i diritti e i doveri. Non si possono mettere sullo stesso piano Israele, che pure con Netanyhau sta compiendo una caterva di errori (le stragi di civili, il disconoscimento degli accordi di Oslo del 1993 fondati sul principio del “due popoli e due stati”) e un’organizzazione terroristica come Hamas. In Israele si terranno libere elezioni che mi auguro mettano in minoranza le forze integraliste. Hamas è solo un gruppo militare che tende alla distruzione di Israele. E poi quel passaggio che invita non Putin, ma l’Ucraina ad accettare un negoziato. Ma un negoziato alle condizioni di Putin che vuole tenersi tutti i territori occupati è accettabile? Mi sarei aspettato che il pontefice parlasse di “negoziato nel rispetto dell’indipendenza del popolo ucraino”. Mettiamoci nei panni degli ebrei (così i guerriglieri di Hamas definiscono gli israeliani) e chiediamo loro se si sentono come i terroristi che vogliono distruggerli. Mettiamoci nei panni degli ucraini e chiediamo loro se avvertono le stesse responsabilità degli aggressori russi. Il negoziato? Ma Israele non ha trattato e non sta trattando con Hamas la liberazione degli ostaggi e l’Ucraina non ha svolto due incontri in Bielorussia e in Turchia con il ministro degli Esteri Lavrov? Cosa hanno partorito? E i negoziati non ufficiali tra americani e russi non sono mancati certo. Gli Usa non sono irresponsabili e sanno benissimo che la guerra deve avere una fine e che ben difficilmente si concluderà con la vittoria dell’uno o dell’altro. Ma il compromesso da ricercare dovrà a mio giudizio corrispondere ai principi del diritto internazionale e non lasciare soli e isolati gli ucraini che combattono, come i partigiani, per difendere la loro patria da un’aggressione. Il Vaticano ha precisato che il papa non ha chiesto la resa dell’Ucraina. Se c’era bisogno di una specificazione significa che l’intervista poteva dare proprio origine a questa interpretazione. D’altronde sostenere che l’Ucraina deve “alzare bandiera bianca” cosa significa se non che deve arrendersi?Uno scivolone? Un errore? Un’intervista inopportuna? Abbiamo apprezzato molto le prese di posizione di papa Francesco sui temi sociali e sull’emigrazione. Pane al pane e vino al vino non possiamo che manifestare le nostre fondate riserve sulla questione affrontata in questa intervista.

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